Lungolago, le clausole
che fanno infuriare i privati

Riapertura provvisoria della passeggiata a lago di Como, Palazzo Cernezzi detta le condizioni e la “cordata” delle categorie si infuria: «Il Comune ha esagerato, se non vuole che l'operazione vada in porto lo dica chiaramente».

COMO Riapertura provvisoria della passeggiata a lago, Palazzo Cernezzi detta le condizioni e la “cordata” delle categorie si infuria: «Il Comune ha esagerato, se non vuole che l'operazione vada in porto lo dica chiaramente». Alla luce dei “paletti” fissati ieri dall'amministrazione cittadina, il gruppo che aveva presentato la prima proposta per il lungolago (il tratto interessato è quello tra piazza Cavour e i giardini) ha deciso di convocare per lunedì prossimo una nuova riunione con l'obiettivo di decidere se proseguire ugualmente o alzare bandiera bianca (il termine per presentare la documentazione definitiva a Palazzo Cernezzi scade martedì). La risposta arrivata dal Comune, dopo la richiesta di chiarimenti inviata giovedì dalla stessa cordata, ha suscitato più di una perplessità. I requisiti messi nero su bianco, in sostanza, vengono considerati troppo stringenti, quasi impossibili da rispettare. E, in ogni caso, per riuscire a farlo servirebbe un investimento maggiore rispetto ai 120mila euro messi a disposizione finora dalle categorie e dai privati, coordinati da Amici di Como. Ad oggi, insomma, tra le categorie la bilancia pende per la prima volta verso il pessimismo, anche se non si possono escludere colpi di scena. La decisione verrà comunicata subito dopo il faccia a faccia tra i proponenti, tanto che è già stata convocata un'apposita conferenza stampa. Nell'eventualità di un ritiro del primo gruppo, resterebbe in gara il progetto presentato dal calciatore del Milan Gianluca Zambrotta, che può contare certamente su un budget più sostanzioso. «Rispetto a quello che era stato prospettato all'inizio, le indicazioni arrivate dal Comune ci sembrano esagerate - ha spiegato ieri il presidente di Amici di Como, Silvio Santambrogio - Sicuramente queste novità creano qualche problema, soprattutto per il rispetto dei tempi (è richiesta la riapertura entro metà giugno, ndr). C'è uno scoglio imprevisto e se dovesse mandare tutto a monte lo riterrei un peccato mortale, ma la gente giudicherà da sola. E pensare che, per una volta, le categorie hanno fatto squadra come spesso si auspica. Se il Comune non voleva realizzare l'operazione, poteva anche dirlo subito. Comunque valuteremo lunedì cosa fare, di certo siamo sorpresi e quanto accaduto ci sembra piuttosto strano».
L'elenco con i requisiti fornito da Palazzo Cernezzi è molto lungo. E alcuni punti hanno destato dubbi: la richiesta di «garanzia di smaltimento delle acque meteoriche» (legata alla presenza della vasca di laminazione sotto la passeggiata), la necessità di realizzare «griglie di captazione piovana nella fascia tra la passeggiata e il marciapiede attuale», ma anche l'obbligo di «riportare il sito alle condizioni originarie» dopo il periodo di apertura (mentre all'inizio si era parlato di una pavimentazione che avrebbe potuto costituire il sottofondo per quella definitiva). Il Comune inoltre chiede di sobbarcarsi le spese per lo spostamento dei maxi pali che occupano la passeggiata, così come stabilite nel preventivo di Sacaim (quasi 60mila euro). Le altre richieste, invece, erano state previste: accessibilità per i disabili, attrezzature per la raccolta rifiuti, manutenzione degli allestimenti, chiarezza sugli orari di apertura (anche di notte o meno), messa in sicurezza dell'area. «Se nessuna delle due proposte - ha commentato il sindaco Stefano Bruni - rispetterà quanto indicato, vorrà dire che a maggior ragione auspicheremo un accordo tra le due cordate, per unire le forze».


 

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