Albate, la piccola Ticosa
si trova in via Acquanera

Immondizia, materiale inerte e un frigorifero abbandonato, e poi una selva di piante, rovi e arbusti che sono arrivati a rompere l'asfalto e a rendere l'area una selva a cielo aperto, rifugio di topi e serpi che insidiano i residenti nelle abitazioni circostanti. Si presenta così l'ex tintostamperia Bulgheroni, in via Acquanera, ad Albate.

COMO Immondizia, materiale inerte e un frigorifero abbandonato, e poi una selva di piante, rovi e arbusti che sono arrivati a rompere l'asfalto e a rendere l'area una selva a cielo aperto, rifugio di topi e serpi che insidiano i residenti nelle abitazioni circostanti. Si presenta così l'ex tintostamperia Bulgheroni, in via Acquanera, ad Albate. «Siamo di fronte ad una Ticosa due», tuona il presidente della Circoscrizione Uno Silvio Montorfano, la cui abitazione si affaccia proprio sull'area dismessa e che l'anno scorso ha rischiato di far le spese di tale stato di incuria e abbandono: «A luglio sono stato morso da una serpe e sono dovuto correre in ospedale. Me la sono vista brutta». Il cancello di accesso all'area è aperto e qualche poco diligente cittadino ha pensato bene di introdursi al suo interno e usarla come discarica. Attorno, intanto, in oltre dieci anni, le piante sono cresciute a dismisura e il bosco è diventato terreno fertile per animali selvatici. «Non passa settimana - afferma Montorfano - che i miei gatti non mi portino un paio di topi». Un luogo pericoloso e brutto a vedersi, perché inserito nel contesto residenziale di Albate. Qualche anno fa in Comune era stato presentato un piano attuativo per la riqualificazione dell'area e la costruzione di quattro palazzine, ma poi il progetto fu abbandonato e la proprietà dell'area passò alla «Francesco Ciceri costruzioni spa» di Albavilla. Lo scorso settembre della vicenda si è occupata anche l'Asl che ha certificato lo stato di incuria e spedito la relazione al Comune. Quest'ultimo, nella persona del dirigente del settore ambiente Alessandro Russi, il 9 novembre 2010 ha scritto alla Ciceri intimando alla società di provvedere «nei tempi più brevi (e comunque non oltre 15 giorni dal ricevimento della presente) a: effettuare un intervento di pulizia e sanificazione; comunicare per iscritto allo scrivente settore e all'Asl l'ultimazione degli interventi, fornendone debita documentazione. Ciò al fine di evitare che tale situazione di degrado possa determinare potenziali situazioni di pericolo per la salute pubblica». Nelle premesse, si specificava che «da sopralluogo effettuato da personale Asl è emerso che tale area risulta ricoperta da arbusti e che in essa sono presenti rifiuti di vario genere, in contrasto con quanto previsto dal regolamento locale d'igiene, che testualmente recita: i vicoli chiusi, i cortili, gli anditi, i corridoi, i passaggi, i portici, le scale ed in genere tutti i luoghi di ragione privata dovranno essere tenuti costantemente puliti e sgombri di ogni immondizia». I 15 giorni sono abbondantemente passati e l'area versa ancora in condizioni pietose, anche se dalla Ciceri hanno fatto sapere «di essere intervenuti e si essere in procinto di valutare un intervento bonificatore».
Luca Marchiò

© RIPRODUZIONE RISERVATA