Bravo Zambrotta
ma l'erba finta non piace

Gli architetti di Como stroncano il maxi tappeto d'erba sintetica sulla passeggiata a lago, previsto nel progetto di Gianluca Zambrotta appena approvato dal Comune.

COMO Gli architetti stroncano il maxi tappeto d'erba sintetica sulla passeggiata a lago, previsto nel progetto di Gianluca Zambrotta appena approvato dal Comune. All'indomani della diffusione delle immagini che mostrano quale sarà - dall'11 giugno al 31 ottobre - il volto del lungolago (il tratto interessato è quello tra piazza Cavour e i giardini), gli addetti ai lavori comaschi da un lato mostrano di apprezzare l'impegno del calciatore comasco ma dall'altro bocciano senza appello l'idea dell'erba finta (coprirà tutta la passeggiata sia in lunghezza sia in larghezza, salvo gli ultimi due metri verso i tigli dove confluirà l'acqua piovana e ci sarà ghiaia). Avrebbero preferito una passeggiata più “tradizionale”, come quella prevista nel progetto delle associazioni di categoria, con aiuole, fiori e una pavimentazione in cemento (la cordata si era però ritirata contestando i requisiti fissati dal Comune ed era rimasta solo la proposta di Zambrotta).
Netto il presidente dell'Ordine degli architetti, Angelo Monti: «Complimenti al calciatore per aver deciso di investire sulla sua città e aver favorito la riapertura provvisoria del lungolago (spenderà circa 500mila euro ma riutilizzerà buona parte del materiale, una volta rimosso, ndr), tuttavia l'altro progetto mi sembrava più consono al luogo. Il tappeto in erba sintetica è una soluzione forzata, fuori misura e non adeguata. Zambrotta ha delle legittime aspirazioni di tipo pubblicitario e promozionale, ma l'amministrazione avrebbe potuto scegliere un percorso diverso». Nulla da ridire, invece, riguardo ad altri aspetti del progetto, come i parapetti in cristallo: «Non credo possano esserci problemi di trasparenza o di riflessi, non mi preoccupa il parapetto ma l'erba sintetica dappertutto». Il tappeto verde consentirà ai privati di allestire velocemente la zona (e altrettanto avverrà per la rimozione), ma non piace nemmeno a Darko Pandakovic, docente di Architettura del paesaggio al Politecnico: «Ben venga l'impegno di Zambrotta per la città, ma il via libera al tappeto verde sulla passeggiata a lago è l'ennesima prova umiliante del fatto che Como non è amministrata. C'è la buona volontà da parte dei privati, manca però una regia, una testa. Si può fare tutto, ma l'erba sintetica proprio no. Diciamo - ironizza Pandakovic - che certi amministratori riescono sempre a sorprenderci. Si mette una pezza in un cortile nascosto, non sul lungolago». Dario Valli, architetto e consigliere comunale di Area 2010, tuona: «Bene la riapertura provvisoria, la chiesi a novembre con una mozione. Ma siamo molto lontani dalla qualità che richiederebbe un contesto come il lungolago. Certo, servirà per un periodo limitato, tuttavia migliaia di turisti avranno come ricordo di Como una passeggiata con la moquette. Sarebbe stato molto meglio un progetto semplice in linea con quello avanzato dalle categorie, bastavano 70mila euro. Pensiamo al lungolago di Lugano: è splendido, ma non è altro che asfalto e verde ben curato, in molte zone non c'è neanche il parapetto».
Michele Sada

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