Verde vietato in città
Chiusi i parchi più belli

Inaccessibile il giardino pensile di via Balestra, male frequentati quelli attorno alle mura medievali di Como

COMO Due coppie di turisti stranieri ammirano la scalinata d'accesso al giardino pensile del museo Giovio, attraverso la cancellata chiusa. È lunedì, giorno di riposo dei musei cittadini. Comunque, anche se avessero la possibilità, e la pazienza, di ritornare oggi o domani, troverebbero quell'incantevole angolo verde sopra le mura sistematicamente "off limits".
Sembra una caratteristica, per non dire una maledizione, tutta comasca: i parchi più belli, per un motivo o per l'altro, non sono fruibili. Vale per i 34 ettari del San Martino (accesso vietato per motivi di sicurezza) come per i 17 del «Chilometro della conoscenza» da Villa Olmo a Villa Sucota (al palo i lavori per il ponte che dovrebbe scavalcare via per Cernobbio). Nel caso dei giardini pensili, però, si tratta di poche centinaia di metri quadri, decisamente più facili da gestire e sorvegliare. Di tutto il verde lussureggiante che sovrasta la cinta muraria del centro città, solo l'ultimo tratto è del Comune: quello compreso tra il museo Giovio e la Torre San Vitale. Oltre all'accesso monumentale dal cortile del museo, chiuso da un elegante cancello in ferro battuto, ce n'è un altro, più ordinario, in via Balestra. Ma anche qui un lucchetto impedisce l'ingresso.
Camminando attorno alle mura medievali della città, si incontra una generale sciatteria che favorisce le cattive frequentazioni. In viale Varese, alle 11.30 del mattino, un signore fa pipì nell'erba. Del resto, la mancanza di servizi igienici è una costante di tutti, o quasi, i giardini pubblici di Como. E, unita alla mancanza di giochi, induce mamme e bambini a non frequentare questa striscia di verde. Si potrebbe almeno rifornire i dispenser di sacchetti all'ingresso delle due aree recintate per i cani: l'invito ad usarli non può essere raccolto, visto che sono sistematicamente vuoti.

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