Altro che giardini:
a Como Borghi è un deserto

Servizi igienici murati in tutti i giardini della zona (via Leoni, via Anzani e via Italia Libera). E quello che fu il primo campo da calcio del Como, in via Dei Mille, ridotto a un deserto. Non è proprio a misura di bambino il verde nel quartiere più densamente popolato della città, Como Borghi.

COMO Servizi igienici murati in tutti i giardini della zona (via Leoni, via Anzani e via Italia Libera). E quello che fu il primo campo da calcio del Como, in via Dei Mille, ridotto a un deserto. Non è proprio a misura di bambino il verde nel quartiere più densamente popolato della città, Como Borghi.
C'è chi li ha visti nascere, questi giardini. «Nel '55 vi sposammo e venimmo ad abitare in via Anzani - racconta Elisa Benzoni -. Proprio allora quest'area fu donata al Comune dall'industriale Ambrogio Pessina. Poiché nel sottosuolo c'erano i pozzi neri della ditta, non si poteva costruire sopra le vasche e così, per fortuna, fu destinata ai giardini pubblici». Una volta questa era un'oasi, dove le parrocchie portavano la statua della Vergine in processione il 31 maggio. «Oggi - osserva la signora - questo spazio è ancora frequentato dai bambini e dagli anziani, ma non è curato. Così io e mio marito la mattina andiamo ai giardinetti ricavati nell'ex zoo di viale Cavallotti. Quelli sì che sono ben tenuti». «Quelli sono privati» sottolinea il consigliere comunale Pasquale Buono. Ma perché il Comune ha addirittura murato i servizi igienici? «È stato necessario prendere questo provvedimento, esteso anche a via Leoni e via Italia Libera - risponde Buono -, perché venivano utilizzati dai tossicodipendenti». Una soluzione, secondo il consigliere, ci sarebbe: «Affidare la gestione dei bagni all'associazione anziani del quartiere». Ma la realtà è ben altra: «Il Comune non ha ancora rinnovato la convenzione in virtù della quale gli anziani chiudono i tre giardini del quartiere da ben 11 anni. Si rischia che rimangano sempre aperti giorno e notte».
Come per i bagni, anche per il campo di calcio di via dei Mille, l'Amministrazione ha scelto rimedi estremi: invece di sostituire le porte pericolanti, le ha rimosse. E il campetto assomiglia sempre più a un deserto. «Ci vorrebbero 300-400 mila euro per rifarlo - spiega l'assessore al Verde Diego Peverelli -. Allo stato attuale, andrebbe chiuso per ragioni di sicurezza. Ma essendo stato il 1° campo del calcio Como ha una valenza storica. Comunque, la competenza è del settore sport». Anche i gabinetti competono ad altri, cioè all'Economato. «Quello che ci vuole è maggiore vigilanza - afferma Peverelli -. E non è vero che mancano i soldi, perché ci farebbe risparmiare quelli che spendiamo per i danni dei vandali».
Pietro Berra

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