Insubria, open day di tre giorni
E oggi tutti in città murata

Erano più di duecento i ragazzi che, ieri mattina, hanno affollato Sant'Abbondio per l'Insubriae open day. Un modo per scoprire se la facoltà sia quella che fa al proprio caso

COMO Erano più di duecento i ragazzi che, ieri mattina, hanno affollato Sant'Abbondio per l'“Insubriae open day”. «Si tratta, in molti casi, di una rappresentanza di vari istituti - spiega la responsabile dell'orientamento Maria Lambrughi - nelle scuole superiori sono stati contattati più di duemila alunni che hanno ricevuto tutte le informazioni così che quelli che arrivano qui sono motivati e sanno cosa troveranno».
Ieri mattina hanno trovato un'atmosfera allegra, ricca di proposte e di incontri, riscaldata dal sole di una primavera quasi estiva, a causa di rivoluzioni atmosferico che, sicuramente, i ragazzi di Scienze sarebbero lieti di spiegarci. A proposito di Scienze: è la facoltà più “sofferente” in termine di iscrizioni. Quali sono le prospettive per il prossimo anno accademico? «Si tratta di un problema su scala nazionale - precisa la professoressa Lambrughi - È proprio di queste ore la notizia della riduzione delle tasse universitarie. A conti fatti è come se non si pagasse la seconda rata e, per i capaci e meritevoli, questa riduzione proseguirà anche per i successivi due anni di corsi». Ed erano soprattutto gli studenti di Scienze quelli più attivi, ieri, anche da un punto di vista puramente spettacolare e coreografico: come non restare affascinati mentre un serissimo esperimento produce... gelato? «C'è un grande lavoro di volontari per questo open day. Partecipano dieci tutor, due per facoltà, oltre a una ventina di studenti che si sono prestati a trasmettere la loro passione, il loro entusiasmo e la loro esperienza qui a chi verrà dopo di loro». Inoltre, quest'anno, l'iniziativa si “allarga” fino a comprendere il sabato e la domenica e uscendo dalle mura dell'ateneo per raggiungere la Città Murata con eventi anche di puro spettacolo oltre agli incontri propedeutici.
Lambrughi: «Così anche i genitori possono vedere, in giorni non lavorativi, dove andranno i figli, conoscere l'ambiente. Inoltre, così, l'Università si apre davvero alla sua città». Incontriamo Daniele Guffanti, ventunenne di Limido Comasco che arriva dal liceo Bentivoglio di Tradate e Claudio Gritti, 23 anni di Alzate Brianza, dal Galilei di Erba.
Hanno partecipato a un viaggio di studio che li ha condotti al Cern (l'organizzazione europea per la ricerca nucleare) di Ginevra: «Abbiamo assistito alla calibrazione di un calorimetro, uno strumento che misura l'energia di un fascio di particelle, per scoprirne il funzionamento così da poterne poi interpretare i dati». Ma non pensate a due topi di laboratorio: sono ragazzi vivaci e ben calati in una realtà come questa che è molto più a misura d'uomo di quella delle grandi università. «Mi ero iscritta al Politecnico. Poi, inizialmente per comodità e per impegni sportivi mi sono trasferita qui. Ora mi trovo benissimo», racconta Daniela Lietti, che si è già segnalata per avere disegnato, costruito e testato, assieme ad altri studenti, un rivelatore per identificare il punto di passaggio degli elettroni provenienti dall'acceleratore di Frascati e, a prima vista, forse, non lo diresti giudicando dal sorriso, dalla freschezza e dalla passione parallela per il nuoto sincronizzato. Se questo è “il futuro”, come spesso si sente dire, sarà bello farne parte.
Alessio Brunialti

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Eco di Bergamo - Open day -