Indagato il Comune di Cabiate
per il dosso dell'incidente mortale

Pendenza eccessiva per il dissuasore che fece uscire di strada Gaetano Sesto, 17 anni, che andò poi a sbattere contro un paletto a bordo strada. Avviso di chiusura indagini per sindaco, assessore, comandante dei vigili e responsabili del cantiere che realizzò il dosso

CABIATE Quando Gaetano ha affrontato quel dosso, un dissuasore di velocità, il ciclomotore ha letteralmente preso il volo. Scaraventando il 17enne contro un paletto di metallo e uccidendolo. A poco meno di un anno da quel tragico incidente la procura di Como ha messo sotto accusa sette persone, tutte accusate di omicidio colposo. Ad uccidere Gaetano Sesto, il ragazzo di Mariano Comense morto nel giugno dello scorso anno in una notte tra sabato e domenica, sarebbero state due circostanze: la mancanza del limitatore di velocità, che dovrebbe invece essere obbligatoriamente montato, sul motorino in sella al quale viaggiava e la pendenza "fuorilegge" del dosso realizzato in via Padulli. Sulla scorta di una dettagliata consulenza tecnica, la procura ha inviato l'avviso di chiusura indagini - premessa, salvo pur sempre possibili colpi di scena, alla richiesta di rinvio a giudizio - al sindaco di Cabiate Maurizio Brenna, all'assessore ai Lavori pubblici William Agostino, al comandante della polizia locale Giuseppe Santoro, al responsabile dell'area tecnica del Comune di Cabiate Paolo Bedini Ferrari, 49 anni, all'architetto che ha progettato la pista ciclopedonabile di via Padulli, Giuseppe Vimercati, 65 anni e al legale rappresentante dell'azienda che ha realizzato i lavori di realizzazione dei dossi, il 64enne Carlo Vismara. A loro carico l'accusa di omicidio colposo è legata all'eccessiva pendenza (oltre il 22% rispetto a quanto consentito dal codice della strada, secondo il consulente della Procura) dei dossi. Sotto inchiesta pure Sergio Borgonovo, 48enne di Mariano Comense, proprietario del motorino in uso la sera del 6 giugno 2010 a Gaetano Sesto: per quest'ultimo l'accusa è di aver rimosso il fermo di limitazione al ciclomotore stesso.
Gaetano Sesto, la sera del 6 giugno scorso, stava tornando a casa dopo una serata trascorsa in compagnia degli amici in un locale di Figino Serenza. Sulla strada del ritorno e affrontando la pedana rialzata di via Padulli, lo scooter in sella al quale si trovava il 17enne di Mariano Comense ha fatto letteralmente volare il motorino disarcionando il ragazzo e sbalzandolo contro i paletti di ferro posti a protezione dei pedoni.
Gaetano era stato immediatamente soccorso dall'ambulanza del 118 e trasportato, in un'ultima disperata corsa, al pronto soccorso dell'ospedale di Cantù, dove è morto pochi minuti dopo il suo arrivo.
Ora i sette indagati potranno presentare memorie difensive per respingere le accuse, prima che il pubblico ministero decida se chiedere davvero a loro carico il processo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA