Il consiglio degli insulti,
Giannattasio contro la cronista

Ennesima serata di offese e frasi fuori luogo a Palazzo Cernezzi. Protagonista, questa volta, il consigliere del Pdl Augusto Giannattasio. E il suo partito prende le distanze: «Frasi inqualificabili e indegne di un amministratore pubblico»

COMO Doveva essere la serata delle caramelle e dei calumet della pace, sono tornati invece gli insulti e le offese. E questa volta il bersaglio non è stato un avversario politico, ma una cronista. Il Pdl prende le distanze dal consigliere Augusto Giannattasio, che lunedì sera si è reso protagonista di uno show mai visto nell'aula di Palazzo Cernezzi, fatto di prese in giro e frasi offensive all'indirizzo della giornalista de La Provincia Gisella Roncoroni, autrice con il collega Michele Sada dell'articolo contenente le pagelle ai consiglieri comunali. Giannattasio oltre a fingere di non conoscere la cronista (volto al contrario noto a tutti gli amministratori), Giannattasio ne ha storpiato il cognome chiamandola «Roncoglioni», l'ha accusata di non essere una giornalista (è professionista dal 2007 e nel 2009 ha visto il premio Cronista dell'anno) e ha chiuso invitandola a «cambiare mestiere». Parole che hanno lasciato di stucco tutti i presenti. Tanto che, ieri, il Pdl ha criticato con fermezza Giannattasio.
Il capogruppo Claudio Corengia: «Capisco che possa esserci disappunto tra i consiglieri che lavorano senza cercare visibilità e si trovano bocciati nelle pagelle, ma la discussione deve sempre essere civile e sul piano del confronto dialettico. Quando si passa a frasi offensive, si sposta l'attenzione da recriminazioni legittime e si passa dalla parte del torto». Netto il consigliere Marco Butti: «Sarebbe stato opportuno un dialogo molto più pacato e personale con i giornalisti. La strada da seguire è quella del dialogo, avrei assolutamente evitato quei toni e avrei evitato anche di intervenire in aula». Prendono posizione anche gli assessori. Sergio Gaddi: «In certi casi la forma è sostanza e in questo caso è inqualificabile e indegna di un amministratore pubblico». Etta Sosio: «Non si prende nessuno a male parole. Non mi piacciono le pagelle, ma la reazione non può certo essere l'insulto, a maggior ragione nei confronti di una donna. Queste cose non si fanno». Anna Veronelli: «Alzando i toni si passa sempre dalla parte del torto. Il rispetto non può mai venir meno». Assordante il silenzio del sindaco Stefano Bruni, che ha fatto sapere tramite l'ufficio stampa di non avere nulla da dire. Beato lui.

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