Il Bassone apre ai bimbi
E Arrighi riabbraccia le figlie

Giornata speciale ieri in carcere. Raccolti in un libro i disegni e i pensieri dedicati ai papà e alle mamme detenuti

COMO - I giochi, il teatrino, i clown e la musica hanno animato un ambiente dove sorridere non è facile. Sono stati i bambini ieri a portare all'interno del Bassone una ventata di speranza espressa in tanti sguardi, disegnata sui fogli di un album, raccontata in letterine indirizzate ai loro papà, più raramente alla mamma, reclusi nella casa circondariale.
I più piccoli sanno solo che «il papà è sempre via per lavoro, è lontano da casa, ma prima o poi tornerà» come suggerisce uno dei detenuti che ha vissuto sulla propria pelle quel distacco, quella colpevole lontananza che brucia come una ferita aperta. «Quando diventano più grandi capiscono e non so se è meglio o è peggio...» aggiunge avviandosi nella sala destinata agli eventi, con il palco pronto, il teatrino montato e i microfoni accesi. I suoi figli non ci saranno in questa occasione, ma quella emozione fatta di amarezza e di gioia, di attesa e di sorpresa, la conosce bene Antonio che ha deciso di impegnarsi nel progetto «Bambini in famiglia» cooperando ad iniziative che facilitano quegli incontri rari e preziosi. Momenti solitamente organizzati di domenica, una volta al mese, fra i più caldeggiati dalla direttrice Maria Grazia Bregoli, sostenuti dal referente del progetto Mauro Imperiale e da un pool di volontari che dedicano tempo e talenti. Ieri l'occasione era supportata dall'Unicef, a conclusione della settimana dedicata ai diritti dell'infanzia: tanti bambini, di ogni età, ben vestiti, emozionati, sorridenti, hanno varcato i cancelli, si sono ritrovati nel cortile con le bandierine in mano, hanno ascoltato brevi discorsi, frasi semplici, ma pronunciate con insolita solennità. Sono intervenuti l'ambasciatore Unicef Pierluigi Marzorati, il vicepresidente del Comitato di Como Manuel Tavares e la direttrice del carcere, prima artefice nel promuovere iniziative che diminuiscano la lontananza fra la pena e il riscatto, fra il chiuso delle celle e il mondo esterno. «I bambini sono la gioia, sono la vita, il futuro...». Le parole hanno tagliato l'aria umida e accompagnato grandi e piccoli fino alla sala dove è iniziato il vero spettacolo. I piccoli finalmente in braccio, finalmente vicini all'orecchio del genitore per bisbigliare parole, strofinare la faccia sulla sua guancia e sentirsi di tanto in tanto accarezzare la testa. Era questo lo spettacolo che volevano vedere, del quale si sono sentiti protagonisti, primi attori e non semplici comparse, mentre la festa con i palloncini colorati e le battute dei pagliacci faceva da cornice, attirava piacevolmente soltanto la coda dell'occhio. L'emozione vibrava nei volti delle mamme e dei padri, in parte già custodita nel libro - la raccolta di scritti e disegni dedicati dai bambini ai genitori - consegnato alla direttrice da Alberto Arrighi, una condanna di 30 anni e un inestinguibile affetto per le sue figlie.
Laura d'Incalci

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