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Domenica 05 Giugno 2011
Piazza Gobetti, ritorno all'antico
Sangue, sporcizia e abbandono
un carabiniere in ospedale dopo la rissa di sabato. Tra i più arrabbiati c'è uno dei tassisti di piazza Perretta: «Avreste dovuto vedere - racconta - Quel tizio sputava e perdeva sangue imbrattando ovunque, anche le auto di due miei colleghi». "Quel tizio" è uno dei protagonisti della mezza rissa che sabato sera, verso le 18.30, ha richiamato l'attenzione di decine di passanti, tra piazza Gobetti e la Banca d'Italia: è uno di quelli che da queste parti si vede più spesso.
"Quel tizio" è uno dei protagonisti della mezza rissa che sabato sera, verso le 18.30, ha richiamato l'attenzione di decine di passanti, tra piazza Gobetti e la Banca d'Italia: è uno di quelli che da queste parti si vede più spesso. Ha vent'anni, è di San Fermo della Battaglia e l'altra sera era ubriaco fradicio, al punto che i carabinieri, dopo averlo arrestato, sono stati costretti a portarlo al Bassone, quando di solito chi aspetta il processo con rito direttissimo (ed è il suo caso)trascorre la notte nelle camere di sicurezza della caserma: «Ingestibile», fanno sapere i carabinieri, al termine di un lungo pomeriggio, in cui uno di loro è anche finito in ospedale con contusioni giudicate guaribili in 10 giorni ma, soprattutto, con l'incubo di una profilassi che nelle prossime settimane lo costringerà a una serie di esami e accertamenti clinici dovuti al contatto diretto con il sangue di quel ragazzo fuori di sé che lo insultava.
Dopo una tregua di qualche anno, piazza Gobetti - stretta e nascosta in mezzo ai palazzi tra piazza Perretta, via Albertolli e via Plinio - torna ad accogliere bande giovanili, piccole gang che preoccupano chi vive e lavora nei dintorni. L'arredo urbano, almeno in parte, ne è lo specchio fedele: realizzata nel 1998 sulla falsa riga di un quadro dell'astrattista Radice, piazza Gobetti versa oggi in condizioni di degrado spaventoso. La bella fontana è completamente distrutta: le bocchette dell'acqua sono intasate e arrugginite, e ieri mattina c'erano cocci di bottiglie di vodka, residui di cibo, plastica e mozziconi. «Quando la inaugurarono c'erano rose dappertutto», ricorda un residente indicando le aiuole. Ai piedi dei palmizi che corrono intorno al profilo della piazza, dove c'erano i fiori, restano terra, immondizia e lo scheletro di un impianto di irrigazione che non bagna più nulla. All'epoca, nel 1998, si parlò a lungo della possibilità di sbarrare l'accesso alla piazza installando cancellate che ne limitassero l'utilizzo improprio, quantomeno nelle ore notturne. Ma alla fine non se ne fece nulla.
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