La crisi in Provincia:
il Pdl diserta il consiglio

Como: il destino dell'amministrazione provinciale e quello dei due assessori ex piediellini fondatori di Autonomia Comasca Ivano Polledrotti e Achille Mojoli (dei quali il Pdl chiede la testa) sarà deciso in un vertice convocato tra il coordinatore regionale del Pdl Mario Mantovani e quello della Lega Giancarlo Giorgetti.

COMO Il destino dell'amministrazione provinciale e quello dei due assessori ex piediellini fondatori di Autonomia Comasca Ivano Polledrotti e Achille Mojoli (dei quali il Pdl chiede la testa) sarà deciso martedì in un vertice convocato tra il coordinatore regionale del Pdl Mario Mantovani e quello della Lega Giancarlo Giorgetti. E da indiscrezioni sembra ormai tracciata la via d'uscita: nessuna revoca dei due autonomisti, ma un possibile alleggerimento delle deleghe.
Lunedì a Milano si è tenuto l'incontro convocato da Mantovani. Attorno al tavolo il coordinatore provinciale Alessio Butti, il suo vice Patrizio Tambini, i consiglieri regionali GiorgioPozzi e Gianluca Rinaldin. «La delegazione dell'amministrazione provinciale del Pdl - ha spiegato al termine dell'incontro Mantovani - conferma il pieno sostegno al presidente Carioni. Il coordinamento regionale ha preso atto del documento sottoscritto all'unanimità dagli amministratori provinciali del Pdl e si riserva di incontrare i vertici regionali della Lega per addivenire al più presto ad una soluzione condivisa». Poi la conferma che sia assessori che consiglieri «non prenderanno parte ai lavori istituzionali» finché non ci sarà il chiarimento. Il numero uno regionale probabilmente ha ribadito durante la riunione la sua contrarietà alla scelta della lettera inviata a Carioni senza aver consultato preventivamente il livello regionale.
Sul tema nel primo pomeriggio è intervenuto anche il presidente Carioni che, pur dichiarandosi in attesa dell'esito del vertice di oggi, ha fatto chiaramente intendere di non avere intenzione di cacciare i due assessori di Autonomia Comasca. «Il mio senso di responsabilità - ha detto - mi porta ad andare avanti ad amministrare. La gente ci ha votato per questo e non per governare a corrente alternata in funzione di litigi o dissidi interni. La gente ha dimostrato di essere attentissima alle tematiche nazionali, che valutazione deve fare con il Pdl che chiede la testa la testa di due assessori solo dopo sei mesi? Senza contare che ha perso per strada 6 consiglieri su 16». Ieri pomeriggio lo strappo si è consumato a Villa Saporiti: l'intero gruppo del Pdl ha disertato il consiglio provinciale (ma in precedenza aveva preso parte regolarmente a due commissioni) e al primo appello è mancato il numero legale. Si è venuta a creare una situazione grottesca, con il direttore dell'Asl (era prevista la sua audizione) rimasto quasi da solo. Oltre ai consiglieri di opposizione, in aula c'erano infatti tre leghisti e un esponente di Autonomia Comasca. Dopo mezz'ora di attesa, soltanto l'arrivo di altri “autonomisti” e del presidente Carioni ha garantito la regolarità della seduta. E le minoranze hanno immediatamente colto la palla al balzo: «La maggioranza - ha detto il capogruppo del Pd Mauro Guerra - non c'è più, da oggi raccogliamo le firme per presentare una mozione di sfiducia a Carioni (il documento approderà in consiglio solo se alle 8 firme dell'opposizione se ne aggiungeranno altre 4, ndr). Siamo di fronte a una sceneggiata intollerabile e indegna di un'istituzione come la Provincia. Si vada a votare, non possiamo stare qui ad aspettare le decisioni del Mantovani di turno, mentre il partito di maggioranza relativa non si presenta». Guerra ha definito «molto grave» anche l'assenza del presidente del consiglio Ferdinando Mazara (Pdl) e su questo ha trovato l'appoggio di Carioni, che ha bollato la scelta di Mazara come «un altro scivolone». E proprio nei confronti di Mazara potrebbe arrivare la richiesta di revoca. Quanto alla mozione di sfiducia, il presidente della Provincia ha detto: «Capisco che vogliano presentarla, ci sta, fanno il loro lavoro». Ieri sera si è anche riunito il coordinamento provinciale del Pdl, ma non ha minimamente affrontato la crisi politica a Villa Saporiti.

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