Comasco muore sui monti
Aveva 42 anni e amava scalare

Stefano Prestinari, 42enne alpinista comasco, aveva programmato da tempo con due amici l'ascesa sul Galenstock. Il forte vento e la pessima visibilità in quota, però, lo hanno tradito. E Stefano è precipitato per 200 metri nel vuoto, proprio mentre faceva ciò che più lo appassionava: scalare le montagne.

COMO «Grandiosa vetta con una cupola nevosa che la rende inconfondibile anche da molto lontano».
La descrizione - fatta dagli appassionati di scalate - della cima del Galenstock, a quota 3.586 metri al confine tra i cantoni Vallese e Uri in Svizzera, non lascia spazio ai dubbi: per chi ama la montagna quella è una meta da non perdere. E Stefano Prestinari, 42enne alpinista comasco, aveva programmato da tempo con due amici l'ascesa sul Galenstock. Il forte vento e la pessima visibilità in quota, però, lo hanno tradito. E Stefano è precipitato per 200 metri nel vuoto, proprio mentre faceva ciò che più lo appassionava: scalare montagne. Nel weekend di morte sulle montagne anche Como ha pagato il suo tributo, un alpinista residente in città, a Prestino per la precisione, ha infatti perso la vita in Svizzera.
Stefano Prestinari aveva 42 anni. Laureato in veterinaria, di professione informatore farmaceutico, abitava a Prestino da sempre, dove vivono anche i genitori, papà Leandro e mamma Armida. E a Como abita anche il fratello di Stefano, Davide: quest'ultimo, ieri, era in Svizzera per comprendere, dalle autorità del Canton Vallese, cosa fosse accaduto allo sfortunato fratello.
Un dramma su cui la polizia cantonale sta ancora indagando ma che, stando alle prime informazioni, potrebbe essere stato causato da una visibilità non ottimale in quota. Stefano era in compagnia di due amici, i quali però, preoccupati per il forte vento e temendo la nebbia durante l'ascesa verso la cima, hanno preferito rinunciare all'ultimo strappo verso la vetta, rientrando a valle, in direzione Matigny. Non Stefano, che si è mosso per raggiungere i 3.586 metri del Galenstock. Poco prima della vetta, però, si è consumata la tragedia. Il 42enne di Prestino, forse tradito da un passaggio scivoloso, forse dopo aver perso l'equilibrio, è caduto ed è precipitato per 200 metri. I soccorsi sono stati purtroppo vani: quando gli uomini del soccorso alpino elvetico hanno raggiunto il luogo della tragedia, per Stefano Prestinari non c'era ormai più nulla da fare.
Iscritto al Cai, da qualche anno il 42enne comasco non perdeva occasione per salire sull'amata montagna. Papà Leandro, comprensibilmente sconvolto dal dolore per quanto accaduto, s'è limitato a ricordare il figlio così: «Era un gran bravo ragazzo, questo posso proprio dirvelo».
La data per l'ultimo saluto a Stefano Prestinari non è ancora stata fissata. Si attende infatti che le autorità svizzere concludano i primi accertamenti, prima di poter riportare la salma a Prestino. Dove i familiari e gli amici dell'uomo potranno dirgli addio.

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