Movida impossibile a Como
Trasloca il popolo della notte

«Il sindaco ha vinto, il centro storico si è svuotato». È il commento generalizzato dei gestori e degli esercenti di bar e ristoranti della Città Murata a un mese dall'entrata in vigore dell'ordinanza che impone la chiusura a mezzanotte in settimana e all'una venerdì e sabato.

COMO «Il sindaco ha vinto, il centro storico si è svuotato». È il commento generalizzato dei gestori e degli esercenti di bar e ristoranti della Città Murata a un mese dall'entrata in vigore dell'ordinanza che impone la chiusura a mezzanotte in settimana e all'una venerdì e sabato. A prima vista è difficile smentire questa considerazione, soprattutto se si ha ben presente il volume di persone (e, conseguentemente, di affari per i commercianti) che affollavano piazza Mazzini e via Diaz, soprattutto, scatenando l'ira funesta dei residenti sfociata, alla fine, nell'imposizione di quello che alcuni hanno voluto definire un autentico coprifuoco. Tra ricorsi al Tar e raccolte di firme incrociate, la verità è più complessa di quello che può sembrare.
Il centro, soprattutto in questi giorni estivi, è tutt'altro che deserto, almeno fino a mezzanotte. A fare le spese della serrata categorica sono soprattutto gli ignari turisti e i... "non giovani" che, magari, vorrebbero attardarsi al tavolino per qualche minuto invece di sentirsi congedare frettolosamente senza se e senza ma. Ma per disturbare e danneggiare, lo dimostra l'atto di vandalismo raccontato ieri proprio su queste pagine, non occorre essere numerosi: basta essere alticci e desiderosi di far danno. Una minoranza, potremmo definirli dei "black bloc" rispetto ai ragazzi normali che, magari, alzano solo un po' la voce. Un'esagerazione?
Anche il termine "movida" lo è, eppure si usa, a sproposito. E che fine ha fatto la famigerata "movida"? È andata a letto presto? Nossignore: con buona pace di residenti e amministratori il "problema" si è spostato, si è sparpagliato altrove attorno al perimetro ove vige l'ordinanza. Bivacchi in piazza Vittoria, attorno alla pensosa statua di Garibaldi di Vela: l'Eroe dei Due Mondi guarda in basso e sembra chiedersi "ma questa gente attorno a me cosa ci fa?". Beve, ovviamente, da bottiglie che non arrivano certo dai bar.
Altri gruppetti si radunano nella semi oscurità dei lunghi giardinetti di viale Varese, altri hanno riscoperto la facile clandestinità del Tempio Voltiano (in passato uno dei punti meno raccomandabili della Como notturna) o dello spiazzo in fondo a viale Geno, strada, questa, letteralmente costellata di ragazzi. Perfino le panchine di piazza Verdi, a un passo dall'abside del Duomo, possono servire alla bisogna di chi ha deciso di stare fuori comunque e di bere come se non ci fosse un domani (anche perché, per certi versi, è così: le scuole sono chiuse). Lo dimostrano quei fornai aperti che vengono letteralmente presi d'assalto da una folla dopo le 3.

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Eco di Bergamo Viaggio nella movida