Suona la campana
Sarà l'anno dei tagli

Altro anno di sacrifici anche per le scuole di Como. Ma il dirigente dell'ex provveditorato, Claudio Merletti, resta convinto che «il sevizio non solo vada salvaguardato, ma migliorato». Come? «Dando tutti un po' di più e avendo il culto dell'essenzialità e della qualità».

COMO Quello che comincia oggi sarà l'anno dei tagli e dei sacrifici. Che andranno a toccare anche realtà finora considerate intoccabili: dalle scuole di montagna alle mense. Lo dice il dirigente dell'ex provveditorato (ora ambito territoriale di Como), Claudio Merletti, il quale tuttavia resta convinto che «il sevizio non solo vada salvaguardato, ma migliorato». Come? «Dando tutti un po' di più e avendo il culto dell'essenzialità e della qualità».
Prima di parlare dell'anno nuovo, rimane uno strascico di quello vecchio: le scuole hanno fatto gli esami di riparazione tra il 1° e il 9° settembre, anziché entro il 31 agosto come raccomanda la legge, e ora gli studenti si trovano in affanno con l'acquisto dei libri.
È vero che la legge consente anche, per particolari esigenze delle scuole, di posticipare gli esami, purché si concludano entro l'avvio delle lezioni. Ma, viste le segnalazioni della stampa, raccoglieremo i dati da tutti gli istituti per capire come mai siano diffusi costumi che creano disagi all'utenza. Cercheremo di fare un ragionamento di programmazione condivisa, come abbiamo fatti sui trasporti.
Parliamo di numeri: gli ultimi dati dicono che gli studenti sono in crescita e i docenti in diminuzione...
Secondo l'organico di fatto del primo giorno di scuola, nelle statali abbiamo 67.016 studenti contro i 66.557 dello scorso anno, con un aumento di 459 unità. Per quanto riguarda i docenti, i posti comuni sono passati da 5.300 a 5.245 e quelli di sostegno da 665 a 640.
Secondo i calcoli dei sindacati, saranno create 28 "classi pollaio", cioè con 30 o più alunni (18 alle medie e 10 alle superiori). Posto che fino a 33 rispettano la normativa, come si fa a garantire la qualità della didattica?
Il dato generale è che alle classi affollate se ne contrappongono altre dove invece i numeri sono molto bassi. Il problema va visto in termini di riorganizzazione complessiva anche dei punti di erogazione del servizio scolastico in provincia. Abbiamo avviato dei ragionamenti insieme con la Provincia e i presidenti della comunità montane: ora riprendiamo in mano il tutto per definire la riorganizzazione della scuola territoriale, entro il 2012/13 dal punto di vista amministrativo, e per il 2013/14 circa i punti di erogazione.
Vuol dire che, oltre ad accorpare dirigenze, chiuderete interi plessi? Con 24 reggenze su 73 istituti è evidente che neanche il concorso dirigenziale basterà per coprire i posti vacanti. Non si trovano dirigenti per le scuole di montagna. Bisogna pensare a una riduzione complessiva del numero degli istituti: prima accorpiamo le dirigenze, ma poi si deve intervenire anche sui plessi. Qui entra in campo la politica. Riorganizziamo la rete insieme, ma evitiamo di fare i giapponesi sulla difesa di piccole scuole che non reggono più, con soldi che non ci sono più.

Leggi il resto dell'intervista di Pietro Berra a Claudio Merletti su La Provincia in edicola lunedì 12 settembre

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