L'affare dei chioschi
finisce in tribunale

Confesercenti trascina il Comune di Como in tribunale. Il motivo? I mancati rinnovi delle concessioni dei chioschi.

COMO Confesercenti trascina il Comune in tribunale. Il motivo? I mancati rinnovi delle concessioni dei chioschi. «Non esistono norme che definiscono la possibilità di avviare gare o bandi per assegnare aree pubbliche ove svolgere attività commerciali - dice Antonio Basilico, direttore di Confesercenti - e la famigerata direttiva Bolkestain a cui si rifà il Comune non è stata recepita finora da nessun comune lombardo o italiano. A Como sono più bravi o furbi e tutti gli altri sono stupidi?». E ancora: «Chiediamo le dimissioni dell'assessore Etta Sosio per responsabilità politiche nella gestione della vicenda e del dirigente del Commercio Marco Fumagalli. Lunedì presenteremo un esposto alla procura della Repubblica perché il rinnovo delle concessioni era previsto automaticamente, mentre ci sono casi che aspettano il rinnovo dal 1998».
Sono 34 i chioschi in città e i titolari sono letteralmente sul piede di guerra. «Ho investito oltre 100mila euro per acquistarlo - racconta un esercente - e il Comune non mi fa il contratto. È assurdo». Altri lamentano di aver acceso mutui sia per rilevare la proprietà sia per effettuare dei lavori. L'edicola di via Milano da due anni non riceve più nemmeno i bollettini per versare il canone al Comune. Altri pagano regolarmente, ma senza contratto e, quindi sono praticamente abusivi. Una giungla, insomma che coinvolge però famiglie che hanno investito lì tutti i risparmi. «Stiamo parlando di chioschi costruiti secondo tutte le norme edilizie e adeguati a tutte le regole, incluse quelle igienico-sanitarie» Precisa Gianfranco Franchi, coordinatore Anvi.

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