I televisori di Happy days
Il passato in vetrina

Mentre il mondo piange il papà dell'I-pod, I-phone e I cloud c'è un quartiere, Rebbio, dove vanno ancora di moda i televisori di Happy Days.

REBBIO Mentre il mondo piange il papà dell'I-pod, I-phone e I cloud c'è un quartiere dove vanno ancora di moda i televisori di Happy Days. Enormi scatole marroni, con il vetro bombato, la manovella per alzare o abbassare il volume e quella per cambiare canale. Nel negozio dei fratelli Malinverno, in via Lissi 24 a Rebbbio, la gente guarda la vetrina perché in vetrina ci sono quei pezzi da museo, televisori, ma anche radio o giradischi. Con un unico colore dominante, anzi due, il marrone chiaro e il marrone scuro.
Sono televisori che funzionano anche da spenti. Perché raccontano la storia delle famiglie degli anni Cinquanta, quando quelle scatole che trasmettevano immagini sfocate e suoni disturbati erano una novità ancora più grande dell'I-pad. In più non ce le avevano ancora tutti, ma solo le famiglie più fortunate. Che diventavano il punto di riferimento quando c'erano le trasmissioni televisive o le partite da non perdere. Roberto Malinverno, che manda avanti la sua attività di elettricista con il fratello Giorgio e il figlio Stefano, è orgoglioso della collezione che riempie il negozio.
Lui ha poco più di 50 anni, ma avendo iniziato a lavorare giovanissimo, ha già quarant'anni di storia da raccontare.
«Ogni volta che andiamo a montare impianti elettrici o antenne nelle case, ci chiedono se possiamo portare via gli apparecchi televisivi o le vecchie radio dei nonni o degli zii. Noi ce le portiamo via, e poi anziché buttarli in discarica, li teniamo qui perché creano atmosfera». Sono pezzi senza valore, tutta una serie degli anni Sessanta e Settanta, come i piccoli televisori da cucina con l'antenna rotonda sopra e comunque tutti gli apparecchi in bianco e nero e dell'era pre telecomando. Ma ci sono pezzi come una Schaub Lorenz degli Anni Cinquanta o una Konral che portano direttamente a Mad Men la serie televisiva americana che celebra i primi anni Sessanta.

Leggi le due pagine sui quartieri sulla Provincia in edicola lunedì 10 ottobre

© RIPRODUZIONE RISERVATA