L'ultimo calzolaio
Resisto per le mie clienti

Angelo Iannella, 71 anni, serve anche una signora con il piede da Cenerentola numero 32. E c'è chi, nella bottega di Albate, porta 12 paia di scarpe alla volta. Tutto pur di non aver mal di piedi

ALBATE - «Ho anche l'età per andare in pensione, ma le mie donne me lo impediscono. Resisti, dicono le clienti, per carità, resisti sennò noi come facciamo?». Angelo Iannella, 71 anni, è uno degli ultimi veri calzolai. Per trovarlo basta seguire il vecchio cartello «Risuolatrice a 200 metri», ad Albate. «Siamo rimasti in pochissimi». Sono quelli della vecchia guardia, che aggiustano qualunque tacco, correggono qualsiasi difetto in punta e, se serve, creano scarpe fatte a mano. «Io e mio figlio le abbiamo tutte così, numero 43, che vanno bene a me e a lui». Il figlio è direttore di banca, il calzolaio l'ha fatto per dieci anni ma non gli è piaciuto. Il padre, invece, adora il suo mestiere anche se la scelta è stata un caso.
«Arrivo dalla Campania, Benevento, mio padre mi disse:fai il calzolaio che non ti mancherà mai da mangiare, vedi che la gente porta sempre qualcosa, olio, frutta, fagioli. Di fame non muori». E così cominciò. «Le ho girate tutte le botteghe, giù, poi a vent'anni sono arrivato qui. Era venerdì. Il lunedì ero già al lavoro perché dovevo prendere il posto di un vecchio signore malato». Due botteghe, aveva, una a Casnate e una a Como che è quella che ancora sopravvive. Il negozio è pieno di scarpe, da 10 a 1200-1300 euro. «I signori ci sono ancora, ne arrivano tanti da Como e anche da Cernobbio. Una volta uno di loro mi ha portato 12 paia di scarpe da sistemare. Gli avevo chiesto 70 euro. Mi disse, anche un po' imbarazzato, "posso dargliene cento?" E me li diede».
Le scarpe nuove sono la tortura delle signore invece, che per poter camminare senza dolore fanno modificare le punte. «C'è chi le fa accorciare, chi le fa allargare, chi chiede di fare l'interno in maniera che non sfreghino le dita e i calli. Anche se poi, tutte le signore anziane, ai matrimoni vanno con le ciabatte in borsa e se le infilano ai piedi quando vanno a tavola».
Il cliente con il piede più grande ha il 53 e deve comperare le scarpe negli Stati Uniti. La cliente Cenerentola calza il 32 ed è l'ultima, dice Iannella, «mentre ce sono ancora tante con il 33. Le ragazze di adesso no, hanno tutte il 39 e i ragazzi invece portano le scarpe da ginnastica. Invece arrivano gli avvocati con le Church perché ci sono calzolai che non le vogliono aggiustare. Tutti italiani, i clienti, perché non vorrà chiamare scarpe quelle degli americani e degli inglesi, giusto le Church hanno, poi basta». Lui ha fatto un paio di scarpe del lago di Como, un modello classico, marrone con le due sponde in nero. Le tiene in negozio insieme ai premi che ha ricevuto negli anni e le foto ricordo con i colleghi a San Crispino, patrono dei calzolai.

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