Addio al poeta Zanzotto,
il più moderno dei classici

È morto nella notte tra lunedì e martedì il poeta Andrea Zanzotto. Era ricoverato da alcuni giorni all'ospedale di Conegliano (Treviso). Il poeta trevigiano aveva festeggiato 90 anni il 10 ottobre scorso. Proprio lunedì all'Università Cattolica era stato reso un intenso omaggio al letterato, con la presentazione di due monografie. La Provincia ha seguito l'evento.

«Sono nata a Zanzotto, capitale della poesia». È stata citata diverse volte l'emblematica frase con cui Patrizia Valduga ha spiegato il debito intellettuale ed affettivo che la lega al poeta di Pieve di Soligo (Treviso) a cui lunedì l'Università Cattolica di Milano ha dedicato una giornata di studi volta a festeggiarne i 90 anni. Una mattinata in cui si sono susseguiti importanti interventi filologici, biografici, critici e affettivi che hanno ricordato - come se ce ne fosse bisogno - l'importanza della poesia di Zanzotto per la letteratura italiana del Secondo Novecento. Quale occasione migliore per presentare le ultime pubblicazioni degne di nota sull'autore? Dall'ultimo numero di "Autografo", rivista fondata da Maria Corti, al volume di Giovanna Ioli, intitolato "Ascoltando dal prato" (Interlinea, 10 euro). Se il primo dedica un'ampia monografia a Zanzotto, presentando le "sudate carte" che il poeta spesso ha consegnato all'amica filologa nel corso degli anni, il saggio va soprattutto a sondare l'universo biografico del poeta. Per ricordare quanto il tema dell'infanzia abbia inciso sulla sua produzione letteraria. «Questa pubblicazione - ha puntualizzato Clelia Martignoni di "Autografo", dell'Università di Pavia - porta alla luce un dato interessante: Zanzotto è un poeta che si corregge molto, molto sensibile alla problematica della variante, oltre che a una concezione dell'opera come organismo in progress». Di fronte a un pubblico di studenti e studiosi, Giuseppe Langella, della Cattolica, ha voluto ribadire l'importanza storica di Zanzotto per gli sviluppi recenti della poesia italiana. Precisamente, il poeta di Pieve di Soligo ha ripristinato il sonetto, ovvero lo schema metrico tradizionale della poesia italiana, portato ai massimi livelli da Francesco Petrarca nel suo "Canzoni". Un recupero fecondo per tutta le ultime generazioni dei poeti italiani, di cui Patrizia Valduga è un'illustre rappresentante.

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