Cento agenti solo in frontiera
E Como resta senza pattuglie

Il sindacato denuncia: i poliziotti ci sono, ma non possono lavorare

COMO - Più di cento agenti di polizia sottoutilizzati nel territorio comasco dove la carenza di uomini per la pubblica sicurezza rappresenta un problema come l'usura dei mezzi di servizio, la penuria di benzina, l'affanno tecnologico, i risparmi sulle pulizie degli uffici,  formazione ed aggiornamento.
Sono i 103 agenti della polizia di frontiera, professionisti che hanno inferto colpi storici alla criminalità comune ed organizzata nazionale o transnazionale: hanno perso la funzione di presidio fisso ai valichi, sono stati applicati al servizio di retrovalico per il contrasto all'immigrazione clandestina, ma la loro attività è ridotta al lumicino, ristretta in una fascia a ridosso della "ramina". Resta a disposizione per emergenze.
Ne ha accennato Paolo Tabbacco, segretario provinciale del Siulp, durante la relazione al congresso di ieri, a Villa Olmo, per i trent'anni del sindacato autonomo. Professionalità svilite da una parte e sotto pressione dall'altra?
«Sfido chiunque - ha detto Tabbacco - a trovare una pattuglia della polizia stradale sulla viabilità ordinaria. Le poche pattuglie sono costantemente impiegate in A9 e chissà come potranno essere disposti i servizi sulla pedemontana. Il presidio fisso di Menaggio è stato chiuso. Da allora, sono ricominciati gli incidenti sulla Regina, dieci vittime l'anno scorso».

Leggete l'approfondimento su "La Provincia" in edicola oggi (22 ottobre 2011)

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