Martedì 01 Novembre 2011
Bertelé sfida i cinesi
«I miei schemi a Silicon Valley»

Marco Bertelè, di rientro dalla Silicon Valley, ammira il suo stand con la grande scritta "artigiano tecnologico" all'interno di Lariofiere a Erba. Di certo per lui, che porta avanti col fratello Daniele e 30 dipendenti un'azienda leader in schermi a led a Lurago d'Erba, non è stato semplice instaurare una linea di comunicazione privilegiata con il nord della California, patria dei colossi della comunicazione del futuro. Eppure, non ha mai smesso di crederci. «Tutto è iniziato con mio padre e i suoi fratelli nel 1962. A 53 anni, dopo una vita come professore in lettere e preside, ha deciso di specializzarsi nella fornitura tecnica di schermi per palasport e stadi. Io e mio fratello, ancor prima della laurea in Ingegneria, lavoravamo in azienda. Abbiamo subito sentito la necessità di diversificare la produzione che oggi comprende pure tabelloni elettronici per pubblicità e tribune fisse e telescopiche per spettatori di tipo modulare. Arriviamo a fatturare 16 milioni di euro l'anno, tre quarti dei quali su mercati esteri. Partner principali sono la Francia, la Germania, il Brasile e la Russia. Ed ora pure l'America». E pensare che tutto è nato con un tentativo.
«Un giorno un nostro agente americano si è messo a scrivere messaggi di posta elettronica ai grandi colossi della comunicazione - racconta Bertelè - ha corredato il tutto con informazioni sulla ditta e ha descritto le forniture in cui siamo specializzati. Pensavamo che nemmeno ci degnassero, invece proprio gli amministratori delegati hanno risposto. Ed ecco che nel nuovo quartier generale di Facebook a Menlo Park ci sarà un nostro schermo. E se la morte di Steve Jobs ha fatto saltare l'appuntamento in Apple, ho già un secondo incontro nei prossimi mesi». Parole d'ordine restano sperimentare, possedere una visione e saper cogliere le occasioni. «Molti concorrenti europei - spiega l'imprenditore - sono rimasti indietro perché si sono accontentati di creare prodotti che, in breve, sono diventati troppo simili a quelli cinesi. Del resto, considerata la concorrenza, pure la mia azienda avrebbe chiuso i battenti se non avessimo saputo indovinare i manufatti aggiornandoli di continuo».
Una lotta continua pure con i pregiudizi. «In troppi comprano un prodotto solo perché è di marca - denuncia Marco - È così che la Philips mi ha soffiato una commessa, seppure i miei schermi siano più all'avanguardia».
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a.savini
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