Un piano per centinaia di case
La Provincia ferma il Comune

Scontro a sorpresa tra i due enti pubblici sul nuovo strumento di governo del territorio. Palazzo Cernezzi approva decine di nuovi interventi, per più di un milione di metri cubi

COMO Il documento ripropone tutti i piani attuativi consentiti dall'attuale Piano regolatore (sono 43), ne aggiunge altri e così arriva a prevedere una volumetria complessiva pari a 1 milione e 278mila metri cubi, ipotizzando 9.131 nuovi abitanti in città entro il 2025.
Ma i conti non tornano, almeno non secondo la Provincia, che parla senza mezzi termini di «sovradimensionamento» rispetto all'evoluzione demografica stimata.
A finire sotto i riflettori è l'attesissimo piano di governo del territorio del Comune (lo strumento urbanistico che andrà a sostituire il Piano regolatore) e, in particolare, il cosiddetto «documento di Piano», un dossier di 1800 pagine che contiene le linee guida per lo sviluppo di Como. Messo a punto dagli uffici di Palazzo Cernezzi e dal coordinatore Pier Luigi Paolillo, il volume ha rimediato più di una critica dal settore Territorio della Provincia, che ne ha appena valutato la sostenibilità dal punto di vista ambientale, stilando un dettagliatissimo rapporto consultabile sul sito web del Comune. Il lavoro è stato effettuato dai tecnici di Villa Saporiti sulla base di una specifica convenzione e, se è vero che in teoria le osservazioni non sono vincolanti per l'amministrazione cittadina, è altrettanto vero che al termine dell'iter il Pgt tornerà sui tavoli di via Borgovico per la valutazione della compatibilità con il piano provinciale. E in caso di mancato accoglimento, ovviamente, Villa Saporiti riproporrebbe tutto (in quel caso potrebbe imporre le modifiche).
Davvero numerose le criticità messe nero su bianco dagli esperti del settore Territorio, diretto daGiuseppe Cosenza (le firme sono quelle di Daniele Bianchi, Marco Cantini e Adriana Paolillo). La più eclatante riguarda la quantità di cemento consentita dal piano: 887.758 metri cubi legati ai progetti previsti dall'attuale Piano regolatore e riproposti dal primo all'ultimo, cifra che va sommata ai 390.552 metri cubi connessi a tre nuove aree di trasformazione individuate e nove ambiti di riqualificazione. Una maxi colata di cemento giustificata con una serie di calcoli che non hanno convinto la Provincia. Ci si è basati, scrivono in sintesi i tecnici di Villa Saporiti, sulle previsioni di crescita della popolazione al 2025 (è riportato un +10,5% con 9.131 nuovi residenti), "dimenticandosi" che il piano ha durata quinquennale e nei prossimi cinque anni le stime parlano di un aumento molto più limitato della popolazione (+2%). Non avrebbe senso - è il ragionamento - dare oggi il via libera a una volumetria calcolata sulla situazione che si creerà, forse, tra quindici anni. La Provincia chiede quindi di «rivedere complessivamente le previsioni di trasformazione contenute nel documento, in relazione alla sua validità (5 anni), per allinearle alla crescita della popolazione stimata nel medesimo arco temporale».
Rifare i conteggi e abbassare le volumetrie consentite, insomma. In che modo? Villa Saporiti indica due strade: da una parte eliminare o ridimensionare alcuni dei piani già previsti dal Piano regolatore e ora riconfermati, dall'altra stralciare una decina di progetti ritenuti «non sostenibili dal punto di vista ambientale» (ne parliamo dettagliatamente in questa pagina). La sostanza è che il piano, invece di contenere l'avanzata del cemento (come più volte ribadito dal Comune nel recente passato), secondo la Provincia ne prevede troppo. E, si legge nelle conclusioni del rapporto, risulta solo «parzialmente sostenibile», quindi è necessario superare tutte le criticità evidenziate per renderlo «pienamente sostenibile». L'iter ora prevede la convocazione della conferenza di Vas (valutazione ambientale strategica) proprio per la presentazione del rapporto, poi sarà il Comune a dover decidere come regolarsi. Il Pgt approderà infine in consiglio comunale, anche se è difficile che il primo via libera possa arrivare entro fine mandato.
I tecnici di Villa Saporiti hanno analizzato nel dettaglio anche i citati ambiti di trasformazione urbana (l'elenco con le 9 aree era trapelato nei mesi scorsi), definendo «caratterizzati da sostenibilità ambientale» quelli dell'ex caserma De Cristoforis e dell'ex Trevitex. Mentre presentano «criticità ambientali superabili con specifici interventi» gli ambiti di viale Innocenzo, Ticosa, San Martino, vecchio Sant'Anna, ex Rasa (via Scalabrini), ex seminario ed ex Albarelli (Ponte Chiasso).
Michele Sada

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