Palazzo dello sport di Muggiò
"Una vergogna da vent'anni"

Antonio Pennestrì, presidente della Ginnastica Comense, è uno dei testimoni diretti del degrado del palazzetto di Muggiò. Talmente esasperato da essere stato costretto ad andarsene a Casnate. Dopo vent'anni, nulla è cambiato

Como - «Quel palazzetto è l'immagine dell'interesse della città per lo sport: denunciai tutti i limiti di quella struttura a fine anni Ottanta. Non è successo niente e ora bisogna solo vergognarsi». Antonio Pennestrì, presidente della Ginnastica Comense, è uno dei testimoni diretti del degrado del palazzetto di Muggiò. Talmente esasperato dall'inadeguatezza della struttura da essere stato costretto ad andarsene a Casnate per poter disputare con la sua Comense un campionato di serie A femminile.
Pennestrì ricorda con amarezza quegli anni: «Volevamo giocare a Como, come ovvio. Mi presentai nell'88 in Comune con una buona somma di denaro e un progetto per sistemare il palazzetto, con l'idea di rimodernarlo. Non dico che mi presero in giro, ma fui rimbalzato per sei mesi... Mi misero mille paletti e ben presto capii che c'era in atto una guerra tra Dc e Psi per prendersi i meriti di quell'opera».
E come si fece strada l'idea di trasferire l'attività a Casnate? «Me lo propose il sindaco di Casnate in persona, il dottor Rossi. Ne parlammo, conosceva le mie difficoltà sul capoluogo e in quindici giorni firmammo la convenzione, con il notaio Nessi e la famiglia Sampietro a cui si deve il nome del palazzetto di Casnate. Nove mesi dopo, nell'autunno del '90 avevamo pronto un palazzetto moderno da duemila posti».

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