«Santarella all'università»
L'appello al parcheggio cade

Sterpi e detriti circondano il Santarella. A poche decine di metri dalla sede universitaria del chiostro di Sant'Abbondio, è l'unico edificio dell'ex Ticosa risparmiato dalle ruspe.

COMO Sterpi e detriti circondano il Santarella. A poche decine di metri dalla sede universitaria del chiostro di Sant'Abbondio, è l'unico edificio dell'ex Ticosa risparmiato dalle ruspe. Deve la sua sopravvivenza al fatto di possedere un carattere di storicità - è una delle prime costruzioni in cemento armato a Como, se non la prima in assoluto - e, nell'accordo di programma del 1998 con cui fu istituita l'Insubria, venne destinato dal Comune proprio all'ateneo, con l'obiettivo di adibirlo ad aula magna. A distanza di quasi tre lustri gli studenti tornano a rivendicarlo. Anzi, si accontenterebbero dello spiazzo circostante. Per poterci parcheggiare le loro auto. Ma anche questa richiesta pare destinata ad essere rapidamente fagocitata dalla "maledizione" che incombe sull'area dell'ex tintostamperia.
«Come rappresentanti degli studenti abbiamo fatto qualche verifica sullo stato della proprietà - racconta Federico Gilardoni-. Nel 2005 l'università l'ha restituita al Comune, ma visto che il recupero complessivo dell'area per ora è saltato, nei giorni scorsi abbiamo chiesto di poter utilizzare lo spiazzo antistante per risolvere il problema, molto sentito, di avere un posto dove parcheggiare le auto dei ragazzi che vengono da fuori città». I rappresentanti si sono confrontati con l'assessore comunale Stefano Molinari, il quale però non li ha potuti accontentare. «È stato molto disponibile e ha cercato una soluzione - riferisce Gilardoni - però al momento pare non sia possibile fare nulla, poiché il Santarella sarebbe troppo vicino alla porzione di ex Ticosa interessata dalla bonifica».
A dire il vero anche l'ampio cortile del Santarella, recintato e chiuso con un lucchetto, è pieno di detriti e di sterpi. «Ma è soltanto materiale rimasto lì dopo l'abbattimento di altri manufatti contigui - osserva Gilardoni -, quindi non sarebbe un problema rimuoverlo». Il problema, invece, è la bonifica dell'amianto, che, dopo ripetuti rinvii, si sta finalmente per realizzare. Se il futuro del Santarella resta oscuro - tramontata anche l'ipotesi di farlo diventare un museo, rischia di rimanere un simbolo soltanto del degrado di questa città - gli universitari intanto pensano a possibili, e rapide, alternative per risolvere il problema del parcheggio. «Nei prossimi giorni - annuncia Gilardoni - vaglieremo altre possibilità: l'ex scalo merci di Trenitalia, che dista cinque minuti a piedi da Sant'Abbondio, il Quarto Ponte e l'autosilo Valmulini, con navetta di collegamento con le sedi universitarie. Anche se, per quest'ultimo, ci era già stato detto che dovrebbe servire la futura cittadella sanitaria di via Napoleona e quindi non intenderebbero mettercelo a disposizione». Ma, come per il Santarella, anche per la Cittadella sanitaria non ci sono tempi certi e, nel frattempo, si assiste a uno spreco di spazi e strutture.

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