Migliaia di persone in centro
Ma i negozi pieni sono pochi

Code per entrare in città come prima che ci fosse la crisi, ma i tempi delle compere folli sono lontani. Per fortuna i musicanti portano allegria

COMO I due giovani che cantano il repertorio dei Beatles, suonano la chitarra come i Beatles e scuotono i capelli come i Beatles sono solo i più allegri della banda di musicisti sparpagliata per tutta la Città murata. Ogni due incroci c'è qualcuno che suona il sassofono (piazza San Fedele), la chitarra (via Vittorio Emauele vicino a Guess) la fisarmonica (via Vittorio Emauele davanti a Max Mara), la tromba in piazza Duomo, il flauto (ai portici Plinio) un'altra fisarmonica (in via Cesare Cantù). E poi attende che qualcuno faccia cadere monete nelle custodie dei loro strumenti musicali.
Ogni via ha la sua musica, rock, folk, jazz o semplicemente natalizia. E tra un «Besame mucho» e un «Help» alle migliaia di persone che affollano il centro passa subito il nervoso per la fatica fatta per entrare in città. Mezz'ora dalla Napoleona a viale Lecco, anche di più dal San Martino all'autosilo del Valduce. Per trovare un posteggio bisogna aspettare e stare in fila in via Auguadro come in Ticosa. E a volte non basta e basta perdersi un secono per perdersi in un'interminabile giro della città.
Una città che trabocca di persone in pieno clima natalizio con l'albero di Natale davanti al Broletto che davvero riporta la pace allontanando lo spettro della crisi salva Italia e affossa portafogli degli italiani.
Anche gli agenti della polizia municipale interrompono l'attività di multare chi entra in pizza Grimoldi senza avere il pass e si interessano alla bancarella di reperti bellici via Ballerini.
A tenere in piedi l'economia sono di sicuro i negozi di ragazzi, affollatissimi e con la coda per entrare. Ma anche le botique che vendono borse da 1.500 euro in su sono piene. I clienti al loro interno turisti, però, stranieri che non vedranno la loro spesa radiografata e spedita all'agenzia delle entrate per il controllo sul conto. O svizzeri, forti del franco forte. Anche nelle librerie c'è la fila, segno che anche in uno dei Paesi dove si legge meno, regalare un libro a Natale non passa mai di moda.
In via Luini si cammina lenti, anzi si sta fermi. Si conta fino a tre, poi si cammina. Se non si fa così, si finisce addosso a quelli davanti. E il mercato che a volte vede gli ambulanti sbaraccare già dopo pranzo è ancora affollato, bancarelle del pollo comprese. Ci sono pure i venditori di luci e addobbi di alberi di Natale per chi non ha rispettato la tradizione di farlo l'8 dicembre.

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Eco di Bergamo Pienone in centro