Il cantiere paratie
La grande bugia

È nerissimo il cielo sopra le paratie di Como, la maxi opera che avrebbe dovuto essere completata con annesso nuovo lungolago nel gennaio scorso e che, invece, è bloccata.

COMO È nerissimo il cielo sopra le paratie, la maxi opera che avrebbe dovuto essere completata con annesso nuovo lungolago nel gennaio scorso e che, invece, è bloccata.
Tra una manciata di settimane, il 24 gennaio prossimo, sarà passato esattamente un anno dalla sospensione dei lavori e la probabilità che riprendano in tempi brevi si fa sempre più lontana.
Il motivo? La perizia di variante predisposta dai tecnici di Palazzo Cernezzi e poi approvata da tutti gli Enti trova grosse resistenze da parte dell'azienda che si era aggiudicata l'appalto, la veneziana Sacaim, in amministrazione straordinaria. I tre commissari che gestiscono la società hanno posto sul tavolo una serie di questioni, innanzitutto economiche, contenute in una relazione di una trentina di pagina. Oltre alla questione monetaria (in pratica le contestazioni riguarderebbero la congruità dei prezzi) da quanto si apprende ci sarebbero anche alcune perplessità tecniche.
La discussione tra Comune e azienda è serrata, anche perché l'intenzione è quella di arrivare a trovare un accordo che consenta la ripartenza del cantiere. Due sono le soluzioni sul tappeto: o Sacaim firma la perizia di variante riservandosi eventualmente di porre successivamente una serie di riserve (già per la prima fase dei lavori ha chiesto 5 milioni di euro in più), ma non è detto che questo sia fattibile. La seconda è quella già emersa nei mesi scorsi e cioé l'emissione da parte del Comune di un ordine di servizio per imporre la ripresa dei lavori. Questo, però, creerebbe qualche problema ai tecnici di Palazzo Cernezzi in caso di problemi in quanto sarebbero loro a prendersi tutte le responsabilità.
I tempi, come detto, si allungano ancora. Il sindaco Stefano Bruni aveva annunciato a inizio novembre il riavvio dei lavori entro la fine del mese, ma così non è stato. Adesso nella migliore delle ipotesi il cantiere potrebbe sbloccarsi a gennaio, ma non si potrebbe lavorare fino a marzo.
La variante progettuale comprende infatti  innanzitutto il posizionamento di una seconda fila di palancole (piloni in acciaio da infiggere nel terreno) per evitare il rischio crolli degli edifici affacciati sul lungolago. Le palancole, però, non sono così facili da reperire sul mercato.

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