In ottanta lasciano il carcere
Bassone, il regalo di Monti

Entra in vigore il decreto "svuota carceri". Un detenuto su sette della casa circondariale comasca potrebbe presto andare agli arresti domiciliari. Ma l'emergenza sovraffollamento resta: il Bassone scoppia

COMO Il regalo di Natale, a ottanta detenuti del carcere del Bassone, ha le sembianze di un decreto legge il cui testo è stato pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale. Potrebbero riguardare un recluso ogni sette, le norme del cosiddetto "svuota carceri", che entra in vigore proprio nella giornata di oggi.

Il decreto prevede l'innalzamento da dodici a diciotto mesi della pena detentiva che può essere scontata con i domiciliari, anziché in carcere. Il che significa che tutti coloro che hanno ancora da scontare un anno e mezzo di reclusione potranno farlo a casa invece che in cella. Un provvedimento che, da una prima stima compiuta al carcere del Bassone, potrebbe riguardare un'ottantina di detenuti su un numero complessivo di ben 560 persone stipate in una struttura che ne potrebbe ospitare la metà.

Tra le nuove norme approvate per contrastare il sovraffollamento degli istituti di pena ve n'è una che non è piaciuta, in particolare, alle forze dell'ordine. È quella che prevede che gli arrestati restino in camera di sicurezza nelle questure e nelle stazioni dei carabinieri, anziché essere portato in carcere, almeno fino all'udienza di convalida da parte del giudice delle indagini preliminari.
«Se così dev'essere almeno si sappia che le strade si svuoteranno di agenti, i quali saranno costretti a restare in questura per controllare i detenuti - commenta Ernesto Molteni, rappresentante del sindacato di polizia Sap - E poi, ma qualcuno sa come sono le nostre strutture? No, è una strada impraticabile».

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