Paura per le commesse
«Usciamo solo in gruppo»

Dopo le aggressioni in centro Como, la paura delle commesse. «Anch'io ho avuto un incontro di cui avrei volentieri fatto a meno. Era lo scorso inverno e, in zona Borgovico, mi sono accorta di essere seguita da un uomo. Per fortuna mi trovavo vicino ai carabinieri. Differentemente, non so cosa mi sarebbe potuto succedere».

COMO «Anch'io ho avuto un incontro di cui avrei volentieri fatto a meno. Era lo scorso inverno e, in zona Borgovico, mi sono accorta di essere seguita da un uomo. Per fortuna mi trovavo vicino ai carabinieri. Differentemente, non so cosa mi sarebbe potuto succedere». Serena De Martino, barista della pasticceria Bolla, non dimentica quanto le accadde ormai più di un anno fa a due passi dalla sua abitazione. Di rientro a casa, la giovane si ritrovò suo malgrado a tu per tu con un malintenzionato che, alle sue spalle, le si faceva sempre più minaccioso. Una sensazione «difficile da dimenticare», che riaffiora proprio in questi giorni contraddistinti tra tre diversi episodi di violenza, tentata e compiuta, ai danni di altrettante donne. Il clima, specie tra le ragazze che lavorano fino a sera in centro, non è certo sereno.
«I giardini a lago, Borgovico, via Rezzonico e, più in generale, le vie del centro non sono molto controllate dalle forze dell'ordine. Penso ci vorrebbe un po' più di presenza», spiega la De Martino. A pensarla così è anche la collega Marta Sottile: «L'illuminazione - dice - è quella che è. In diversi punti della città c'è troppo buio e, quando non c'è gente in giro, non è affatto bello camminare. Anche il lungolago, specie verso Villa Geno, non è granché. Non è piacevole camminarci, o andarci a correre, la sera».
Tre, come detto, gli episodi di violenza degli ultimi giorni in città. Il primo, una decina di giorni fa, all'autosilo di viale Lecco. Un palpeggiamento per fortuna rimasto tale, denunciato alle forze dell'ordine, e che attende un colpevole. Domenica mattina, in piazza Duomo, il fatto più increscioso, con una donna di 40 anni costretta a un rapporto orale sotto la minaccia di un collo di bottiglia. Domenica sera, infine, l'aggressione ai danni di una 19enne in via Borsieri. La reazione della ragazza, però, ha convinto il malfattore a darsela a gambe.
«Dopo le 20 - sottolinea Anna Carenzio - in centro non c'è più un'anima. È un dato di fatto che non si vedano né vigili, né carabinieri o poliziotti. Non dobbiamo drammatizzare la situazione, ma forse qualche controllo in più non farebbe male. Anzi, contribuirebbe ad aumentare la sensazione di sicurezza». Rosalba Farinato, commessa alla Coin, chiede «più sicurezza»: «La sera - racconta - ci sono pochi controlli. È un problema in centro, lo è ancor più in stazione, o sui treni. Andando verso Milano, sui vagoni si trova di tutto: chi beve, chi fuma, chi esagera. Per una donna non è affatto sicuro viaggiare in queste condizioni».

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