La Cigl ha vinto il voto
Ma la Cisl: noi più seggi

Su un unico dato tutti concordano. La Cgil ha ottenuto, in termini assoluti, la maggioranza dei lavoratori del pubblico impiego che hanno votato per il rinnovo delle rsu in provincia di Como. Da qui in avanti la battaglia sui numeri è serrata.

COMO Su un unico dato tutti concordano. La Cgil ha ottenuto, in termini assoluti, la maggioranza dei lavoratori del pubblico impiego che hanno votato per il rinnovo delle rsu in provincia di Como. Da qui in avanti, la battaglia sui numeri si fa serrata e i due principali sindacati discordano praticamente su tutto. In ballo ci sono percentuali, seggi e, strettamente connessi, i relativi distacchi.
La Cgil, con un ipotetico 32%, ritiene di essere il primo sindacato nel mondo della scuola lariana, relegando la Cisl al 31,66%; per la Cisl la situazione è ribaltata, con un 32 a 30% a suo favore che non mitiga affatto un tracollo del 10% nel comparto da cui proviene il suo stesso segretario generale, Gerardo Larghi.
«È un dato confortante - dice Adria Bartolich (Cisl Scuola) - rispetto a quanto avvenuto in altre realtà del Paese, che ci impegna anche a rispondere alle sollecitazioni di chi dalla Cisl, il maggior sindacato comasco della scuola, avrebbe voluto qualcosa in più». Tutto l'esatto contrario del collega Cgil Giacomo Licata, che, assieme a Matteo Mandressi e al segretario generale Alessandro Tarpini, parla apertamente di grande affermazione della sua compagine
Nel pubblico impiego, se possibile, va ancora peggio. Posto che il dato percentuale diffuso dalla Cisl darebbe comunque ragione alla Cgil (perfino per la Cisl, infatti, la Cgil ha raccolto il 33,8% dei consensi, contro il 27,7 della Cisl e il 22,3% della Uil), il dato Cgil individua margini ben più marcati. La Cgil otterrebbe, non a caso, il 33,39%, la Cisl il 24,92% e la Uil il 23,39%. Confermata la vittoria Cgil, seppur a scarti tutti da certificare («I dati ufficiali non arriveranno prima della fine del mese», sottolinea il segretario provinciale Cisl, Larghi), non mancano discordanze di qualsivoglia tipo. La prima riguarda addirittura la partecipazione al voto, con 6400 voti validi espressi secondo la Cgil, a fronte di 5800, o giù di lì, ipotizzati dalla Cisl.
«I nostri numeri - dice Mandressi (Cgil) - sono tutti certificati dai verbali elettorali. Non c'è alcun dubbio in proposito. Dal momento che anche la Cisl riconosce un netto divario in termini percentuali, è quantomeno bizzarro che poi il numero dei seggi possa ribaltarsi».
Sì, perché strettamente collegati alle percentuali e ai votanti ci sono i seggi da assegnare.

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