Nasce un "manifesto per Como"
"Ora serve più meritocrazia"

Il prossimo sindaco dovrà essere innanzitutto «credibile» e porsi «al di fuori di ogni tentazione clientelare». È la prima qualità di chi dovrà guidare la Como del futuro messa nero su bianco nel "Manifesto per Como", che verrà presentato stasera in biblioteca (alle ore 21)

COMO - Il prossimo sindaco dovrà essere innanzitutto «credibile» e porsi «al di fuori di ogni tentazione clientelare liberandosi dal condizionamento di lobbie e corporazioni».
È questa la prima qualità di chi dovrà guidare la Como del futuro messa nero su bianco nel "Manifesto per Como", che verrà presentato stasera in biblioteca (alle ore 21) e predisposto dal Centro studi Einaudi presieduto dall'ex assessore Alessandro Colombo, dall'associazione Cultura politica con l'ex consigliere regionale Emilio Russo e dall'associazione «Vo.Ci. - Volontà civile» che fa riferimento ad Adriano Sampietro. Modera l'incontro il direttore de La Provincia, Diego Minonzio.Il gruppo composto da riformisti, liberali e democratici non ha intenzione di scendere in campo direttamente con una lista civica e rivolge il manifesto-appello a tutti i candidati sindaco, che sono stati invitati all'appuntamento di lunedì. «Ci poniamo l'obiettivo - si legge nel documento - di favorire la possibilità di una reale alternativa alle cattive prove fornite dall'amministrazione uscente consentendo anche agli elettori che in passato hanno votato per il centrodestra, di scegliere amministratori seri e affidabili, privi di qualsiasi volontà di consumare ritorsioni e di qualsiasi tentazione avventuristica. Ci battiamo per un cambiamento vero, per una politica di rigore nella spesa, di sviluppo sostenibile, di autentica equità sociale».
Tranchant il giudizio sull'ultimo mandato: «Chi ha amministrato la città in questi anni ha spesso anteposto le ragioni della propria appartenenza e calcoli di opportunità personali all'interesse di Como, consentendo che venissero intaccate competenze fondamentali nel campo della pianificazione del territorio e della gestione di alcuni servizi». Non solo. «Chi ha guidato l'amministrazione uscente ha spesso premiato i dirigenti comunali sulla base di logiche politiche, sacrificando il merito e la dedizione al lavoro, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Un sano spirito liberale deve guidare ora la bonifica dell'amministrazione». Definiscono «pessima» la gestione del patrimonio comunale fatta in questi anni. e dicono senza mezze misure: «Abbiamo alle spalle anni di inconcludenza, di rissosità priva di senso, di smarrimento dei principi ideali senza cui la politica perde le sue ragioni e la sua dignità. Una sorta di "guerra civile" senza costrutto, in cui si è smarrita la bussola del "bene comune" e si è perso il senso delle istituzioni. Quello per cui si sta prima di tutto dalla parte della città».
Parlano di territorio «penalizzato dalle preferenze accordate per ragioni politiche a territori considerati più amici, da Varese a Lecco». E ancora chiedono di «sfrondare il panorama di enti e di società partecipati» e una città che dovrà essere «più viva e al tempo stesso sicura, pulita, ordinata».
Tra i problemi irrisolti citano le paratie, la Ticosa, ma anche «la realizzazione della tangenziale, il recupero del Politeama, la sistemazione dell'area ex Fisac, la costruzione della cittadella dello sport, il trasferimento dello stadio, il destino del mercato coperto». Chiedono «comportamenti onesti e trasparenti» e «la più ampia apertura all'accessibilità alla documentazione e il rispetto delle norme sulla trasparenza». E ancora «una rigorosa riduzione degli sprechi, l'eliminazione degli incarichi inutili, la riduzione drastica delle consulenze, la rivalutazione del meccanismo degli appalti». E infine nel manifesto affrontano temi urbanistici e culturali chiedendo che il criterio fondamentale nella scelta degli amministratori (giunta e rappresentanti nelle partecipate) sia «quella della competenza e del merito».

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