Qui non si butta niente
Si porta tutto al negozio

Il mercato dell'usato "C'era una volta"di Francesco Paro e di sua moglie è diventato meta fissa a Como per chi deve sgomberare casa o arredarne una da zero, ma si trovano anche vestiti e qualunque altra cosa abbia già avuto una vita

MONTE OLIMPINO Ha scelto di cambiare vita trasformando la sua passione per i mercatini dell'usato in una professione e ha contagiato un intero quartiere dove ormai non si butta più via nulla.
Perché tre anni fa Francesco Paro, 54 anni, ha dato una svolta alla sua vita lasciando il suo lavoro di sempre e ha creato uno spazio per dare una seconda chance a oggetti che finivano in solai, cantine o peggio ancora nella spazzatura. Ma anche un negozio dove trovare oggetti di qualità e pezzi unici, come il porta mentine decorato con mosaico veneziano del tenore Gigli o un servizio Sheffield da tè e caffè del 1800. E per i residenti, ma non solo, il mercato dell'usato "C'era una volta" che Paro gestisce con la moglie Cristina Favaron e il collaboratore Mattia Ferrari è diventato anche un punto di riferimento e persino una specie di piccolo museo. Perché agli oggetti si intrecciano sempre tante storie, sia personali sia del quartiere.
«L'antica targa della Filarmonica era scomparsa in circostanze misteriose - racconta Paro - poi quando è arrivata in negozio è stata riacquistata dalla storica associazione di Monte Olimpino e finalmente è ritornata al suo posto». E la filosofia di base è di recuperare proprio tutto.
«Quando abbiamo aperto nel 2009 abbiamo deciso anche di arredare con scaffali, vetrine, mobili, tappeti di seconda mano e ogni giorno lo scenario cambia perché chi entra qui può scegliere tra tutto quello che vede, se oggi abbiamo circa nove mila oggetti domani chissà». E i clienti più affezionati entrano in negozio anche due volte al giorno per curiosare tra mobili, oggetti da collezione, vintage, abbigliamento, giocattoli o piccoli elettrodomestici, tra cui capita anche di trovare icone sacre in argento dipinte a mano, libri del 1600, grammofoni, gioielli veneziani del 1700 e tavoli etnici. Tanti anche i clienti svizzeri, inglesi ed olandesi di passaggio e aumentano sempre di più i giovani.

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