Comprano le case
Poi vengono sfrattati

Sgombero entro 30 giorni per inagibilità: poca igiene, niente sicurezza. «Fatto il mutuo per averla»

COMO Alloggi umidi, senza riscaldamento, nè requisiti igienici e di sicurezza. Sono al numero civico 71 di via Varesina e al numero civico 8 di via Rimoldi. In entrambi i casi, devono essere sgomberati entro 30 giorni, ma se in via Varesina, il proprietario Yedey Nourredine può rientrare dopo gli interventi prescritti, in via Rimoldi la famigliola di Eralio Jojce deve lasciare per sempre le due stanzette. Sono in uno scantinato, evidenti le infiltrazioni di acqua dal pavimento, la muffa alle pareti, la carenza di luce e di aria.
Per giunta, la relazione della Asl sottolinea, tra i motivi di inagibilità e di inabitabilità, la mancanza del bidet in entrambi gli alloggi, con l'aggravante che in via Varesina, il «servizio igienico comunica direttamente con il locale cucina».
Le ordinanze di sgombero sono firmate dal sindaco Stefano Bruni, inviate alla Polizia Locale e all'assessorato ai Servizi Sociali "per gli adempimenti di competenza", un atto dovuto, a tutela delle persone che vivono in condizioni di rischio e di disagio. Ma alzano il velo su realtà abitative che sembravano relegate ad un lontano passato o ad altre aree distanti da Como.

Leggi l'approfondimento su La Provincia in edicola mercoledì 21 marzo

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Documenti allegati
Eco di Bergamo Case beffa