Como, l'avvocato dei clan
socio del giudice di Palmi

Inchiesta dell'antimafia sul clan Valle-Lampada porta all'arresto del giudice Giancarlo Giusti. Spuntano i verbali del penalista comasco Minasi

COMO «Quindi io vengo a scoprire che questo Giancarlo Giusti per 200mila euro si vendeva, quindi non lo considero evidentemente un giudice integerrimo». Nell'atto di accusa dell'antimafia di Milano che ha portato all'arresto dell'ex gip di Palmi, Giancarlo Giusti, 45 anni, accusato di corruzione con l'aggravante di aver favorito l'associazione mafiosa, un ruolo non rilevante ricoprono le dichiarazioni davanti agli inquirenti e le intercettazioni dell'avvocato comasco Vincenzo Minasi.

L'incontro tra il magistrato calabrese, ora in cella, e il legale comasco risale al 2008 quando il legale accetta di fare il prestanome di Giulio Lampada, presunto capo clan della 'ndrangheta, in un'immobiliare, la Indres srl.  È attraverso quella società che il gruppo di amici era riuscito ad aggiudicarsi cinque lotti immobiliari finiti all'asta in seguito a una procedura esecutiva seguita proprio dal magistrato finito in cella.

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