Walesa scalda Como
«Non siate pigri»

L'appello ai giovani: «Costruite l'Europa Unita». Ad accogliere l'ex presidente polacco un Sociale gremito. Esordio da tutto esaurito per le "Primavere di Como". Sul giornale in edicola venerdì 13 aprile due pagine di intervista al premio Nobel per la pace

COMO - Teatro Sociale gremito per l'incontro con Lech Walesa, Nobel per la pace e fondatore di Solidarnosc. Walesa ha inaugurato la seconda edizione delle "Primavere di Como", ciclo di incontri organizzato da La Provincia e dedicato quest'anno al tema "Sfide, orizzonti, frontiere".
Il direttore Diego Minonzio in apertura ha sottolineato: «È una gioia e un onore per me aprire la nuova stagione delle Primavere con un evento di questo livello. Si tratta di un ulteriore regalo in occasione dei120 anni del nostro giornale e non sarà l'ultimo».
Walesa, nel suo intervento dal titolo «La libertà come destino comune», ha parlato della costruzione dell'Europa unita come sfida per le nuove generazioni, definite «fortunate» rispetto alle generazioni precedenti: «Avete maggiori opportunità - ha detto - e un compito per certi versi più semplice, perché ci sono le tecnologie, i cambiamenti possono avvenire in modo molto più veloce. E poi oggi il mondo è aperto, non è più l'epoca delle frontiere. Se mio padre dovesse tornare in vita e gli dicessi che non esiste più la frontiera tra Germania e Polonia, morirebbe d'infarto per la seconda volta».
«A noi - ha aggiunto Walesa - nessuno dava una chance, ci dicevano che solo le armi avrebbero cambiato il corso della storia. Eppure le cose sono andate diversamente. Dovete darvi da fare, non consentite ai vostri figli e nipoti di pensare che avete avuto grandi possibilità ma non le avete sfruttate».
Quella di Walesa è stata un'avventura straordinaria, un'avventura che ha portato un elettricista dei cantieri navali di Danzica a fondare il primo sindacato libero del blocco sovietico e poi a sedersi al tavolo del negoziato con il governo, ottenendo nel 1989 le prime elezioni semi libere per il Parlamento. Nel 1990 lo stesso Walesa diventa poi presidente della Polonia, favorendone il passaggio da nazione satellite dell'Unione Sovietica a stato democratico con un sistema produttivo in crescita. E proprio al suo passato da elettricista, curiosamente, ha fatto riferimento l'ospite dell'evento di ieri sera, ironizzando su un microfono che faceva le bizze: «Verrò a dare un'occhiata a questo impianto, non funziona tanto bene».
Amico di Giovanni Paolo II, Walesa ha sempre sostenuto che senza l'appoggio della Chiesa la Polonia non avrebbe mai ottenuto la libertà e sarebbe sparita dalla carta geografica. Su Karol Wojtyla ieri ha sottolineato: «Con l'elezione di un papa polacco, tutto il mondo si è chiesto che cosa stesse accadendo nel nostro Paese, anche perché dopo un anno Giovanni Paolo II è venuto in visita. Ci ha dato il coraggio, ci ha detto: non abbiate paura, cambiate il volto della Terra. Ed è quello che abbiamo provato a fare»
Walesa era solito portare sulla giacca, negli anni della "rivoluzione pacifica", una spilla con l'immagine della Madonna. E l'aveva anche ieri sera. Persino i baffi sono gli stessi del 1980, anche se sono diventati bianchi. Quanto allo spirito da rivoluzionario: «Sì, mi sento ancora un rivoluzionario. Spero di essere l'ultimo». Infine, un cenno a Como e al nostro Paese: «Ogni volta che vengo in Italia penso che Dio vi ha fatto un grande regalo, dandovi tutte queste bellezze. L'ho pensato anche oggi, visitando il vostro territorio. Avete un punto di partenza straordinario. Quindi ringraziate Dio e fate dei buoni affari, non siate pigri».

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