Palazzetto di Cantù
Tutti contro Marzorati

Turra ma anche la Pallacanestro attaccano l'ex capitano dopo le perplessità e le dichiarazioni sul futuro dell'operazione palasport

CANTÙ Le esternazioni di Pierluigi Marzorati, che si è detto scettico sul buon esito finale dell'operazione palasport, non sono scivolate via senza produrre effetto. Le perplessità sull'aspetto finanziario dell'opera, quelle sull'inesperienza della società Turra a gestire un impianto come quello che si sta andando a costruire, ma anche le considerazioni sulle scelte future della Pallacanestro Cantù, hanno subito provocato le reazioni dei diretti interessati.

La società bresciana non è mai stata loquace, nemmeno quando da più parti si invocavano informazioni sulla sorte del progetto. Ebbene, ieri l'ufficio relazioni esterne del gruppo Turra ha diffuso un comunicato che, pur non entrando direttamente nel merito delle affermazioni di Marzorati, va all'attacco dell'ex capitano di Cantù, partendo con ironia. «Nello spirito del massimo riserbo che da sempre contraddistingue il Gruppo Turra, e con la speranza di mettere la parole fine a codeste pretestuose polemiche - si legge - si constata con piacere la concordanza di vedute con l'ing. Marzorati, che dichiara e sostiene di non avere fatto assolutamente nulla per il nuovo palasport, cosa che, ad ausilio dei lettori del vostro quotidiano, sottoscriviamo e confermiamo puntualmente». Poi l'ironia sparisce: «Per quanto riguarda i giudizi espressi in merito al nostro business plan da parte del presidente del Coni regionale, non accettiamo lezioni di contabilità soprattutto da parte di chi sarebbe più opportuno si concentrasse soprattutto sulle strutture da lui rappresentate in prima persona». Il riferimento è all'azione del Coni di Roma, che nei giorni scorsi ha inviato una dozzina di richieste di «chiarimento e delucidazione» su spese sostenute dal Coni di Milano. Vicenda a suo tempo ridimensionata da Marzorati in «semplici ritardi» per i quali si è detto tranquillo.


La seconda stilettata di Turra arriva subito dopo: «E' preferibile non dar seguito ai giudizi espressi dal co-firmatario del progetto che ha perso il bando di gara per l'assegnazione della struttura per cui si dibatte (Eleca, ndr): il palasport di Cantù che dopo anni di sole parole diventa una realtà concreta».


Assai meno esplicita, ma chiarissima fra le righe è la presa di posizione della Pallacanestro Cantù, la quale in una nota «precisa che l'unica sua posizione ufficiale riguardo la costruzione del nuovo palasport è la speranzosa attesa che i lavori vengano completati entro maggio 2013». Modo elegante per dire che Marzorati parlava esclusivamente per sé e non certo per la società quando, nelle dichiarazioni a La Provincia, paventava un possibile trasloco del basket a Desio o a Monza, in piazze che avrebbero potuto mettere sul piatto condizioni anche economiche più allettanti di quelle canturine

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