Bruni fischiato
all'ultimo discorso

«Bruni bye bye non ci mancherai»: così è stato salutato il sindaco, con un grande lenzuolo, a lettere stampatello maiuscolo in rosso e nero, tenuto da tre ragazzi che sono arrivati quasi davanti al palco alle manifestazioni del 25 aprile a Como

COMO «Questo è il tempo delle scelte dure»: sul palco dei giardini a lago, davanti al Monumento alla Resistenza Europea, ieri mattina,  Stefano Bruni ha pronunciato uno dei suoi ultimi discorsi di sindaco tra due millenni. Era il discorso per la celebrazione dell'anniversario della Liberazione, a quindici giorni dalla scadenza elettorale, autorità sul palco, circa duecento partecipanti, associazioni d'arma, gonfaloni, bandiere di partiti e di movimenti.
«Bruni bye bye non ci mancherai»: così è stato salutato il sindaco, con un grande lenzuolo, a lettere stampatello maiuscolo in rosso e nero, tenuto da tre ragazzi che sono arrivati quasi davanti al palco. Gli agenti della questura li hanno fermati, li hanno fatti spostare, ma per tutto il tempo, appena appena discosti, hanno inalberato il lenzuolo. Al loro arrivo, fischi e "ohee ohee" per qualche secondo. Bruni aveva appena introdotto la cerimonia, quando sono sopraggiunti i tre ragazzi ed hanno sbandierato lo striscione. «Siete sempre originali», ha detto il sindaco e ha cominciato a parlare, la voce gli ha tremato per un po', il volto scuro, schiarito alla fine.
Il primo cittadino, nel suo intervento per le celebrazioni del 25 Aprile, ha rievocato il richiamo all'unità rilanciato del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano: « Un richiamo impegnativo - ha sostenuto - non pare, tuttavia, che ognuno sia disposto a far la propria parte. Così si tradisce il senso di unità che ereditiamo dalla Resistenza».


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