I cattolici ai candidati
No a protagonismi

«Ci sentiamo di prendere nettamente le distanze da quel fenomeno dilagante e corrosivo che va oggi sotto il nome di antipolitica».
A scriverlo, sul Settimanale della diocesi, sono le associazioni laiche e cattoliche di Como in una lettera aperta indirizzata ai cittadini e ai candidati.

COMO «Ci sentiamo di prendere nettamente le distanze da quel fenomeno dilagante e corrosivo che va oggi sotto il nome di antipolitica».
A scriverlo, sul Settimanale della diocesi, sono le associazioni laiche e cattoliche di Como in una lettera aperta indirizzata ai cittadini e ai candidati. E don Angelo Riva dice che la diocesi ha scelto di non tacere «perché la politica ha bisogno di fatti, ma i fatti senza le idee, e senza le parole giuste, non portano molto lontano, e qualche volta fanno pure deragliare il convoglio».
I promotori
Nel documento firmato da Ettore Zanotti (Associazione cristiana artigiani italiani), Luisa Seveso (Acli), Angelo Pipero (associazione La mia Città), Angelo Mazza (Azione Cattolica), Pietro Tettamanti (Cav), Gerardo Larghi (Cisl), Marco Mazzoni (Cl), Claudio Bianchi (Federazione italiana scuole materne), Giavanni Giambattista (Forum comasco associazioni familiari), Angelo Vavassori (movimento adulti scoutismo cattolico italiano), Enrico Rezzonico (movimento dei Focolari), Flavio Bianchi (Rinnovamento nello Spirito), Martino Verga (Unione cattolici imprenditori dirigenti), Stefano Novati (Volontà civile), don Angelo Riva (consulta delle aggregazioni laicali), don Carlo Calori (vicariato Como centro), don Alessandro Di Pascale (vicariato di Lipomo), don Tullio Salvetti (vicariato Monte Olimpino), don Gianluigi Vercellini (vicariato Rebbio).
Il malumore diffuso
Nella lettera aperta, nella quale spiegano gli obiettivi di solidarietà sociale (dalla famiglia ai giovani) e il metodo della sussidiarietà, parlano anche dei 16 candidati sindaco.
«Siamo anche consapevoli del malumore diffuso che, in questa tornata elettorale, è stato alimentato dalla proliferazione senza precedenti di liste e candidati, fino quasi a inficiare il senso delle consultazioni primarie promosse da alcune formazioni politiche».
«Latente individualismo»
E ancora: «Vogliamo sperare che questo affollamento delle liste elettorali possa essere lo specchio di una ritrovata passione politica, e non invece il sintomo preoccupante di un latente individualismo e di una pericolosa frammentazione del tessuto politico. Occorrerà quindi trovare il gusto e la capacità di costruire intese e raccordi rifuggendo da protagonismi personali e interessi di gruppo».

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