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Sabato 12 Maggio 2012
Mandell e il 7% del Carroccio
«A Como la Lega non ha un leader»
Nel 1998 il candidato sindaco della Lega Nord, Alberto Mascetti, aveva superato il 20% dei consensi. Nel 2012 la stessa persona, che si è ripresentata per lo stesso partito, si è fermata al 6,89%.
«Ma nel '98 - osserva il senatore Armando "Mandell" Valli - mettevi lì pinco pallino, la Lega tirava e uno votava Lega. Purtroppo, adesso la gente guarda anche le persone».
I problemi locali
Secondo il parlamentare laghée, sulla débâcle cittadina, più che gli scandali nazionali hanno pesato i problemi locali.
«Gli scandali non aiutano - dice - ma a Cantù abbiamo ottenuto un ottimo risultato, e siamo al ballottaggio, mentre Erba e Como non è che siano andate tanto bene. Per Como, ci avrei scommesso. Il capoluogo, per noi, è sempre stato un disastro. Forse è un problema anche di uomini. La Lega lì non è mai cresciuta, non ha mai trovato un leader». In riva al Lario il Carroccio, dice Mandell, ha pagato anche «un modo di governare lontano dai cittadini e tutti i casini che sono successi durante lo scorso mandato amministrativo». «Oggi - aggiunge - le liste civiche tirano un po' di più, si guardano le persone...».
Già che si parla di persone, chi dovrebbe fare autocritica? «Io non entro nel merito di Como perché c'è un segretario cittadino. Io la posso pensare in un modo, posso anche dire che non è stato rinnovato il direttivo, che non hanno trovato le persone adatte, ma non mi compete».
«Non mi permetto - continua Valli - di dare indicazioni che spettano alle segreterie». Ma si permette, invece, si porre l'accento su un altro problema, tutto interno alla Lega: la divisione tra bossiani e maroniani. «A Como tanti si sono spostati con i maroniani. Anche Mascetti è un maroniano - afferma il Mandell - dimenticando che se la Lega esiste e se loro sono lì, devono ringraziare Bossi».
Valli e il Senatur
Gli scandali non scalfiscono la fiducia di Valli nel Senatur.
«Quando venne a casa mia nei primi anni '90, faceva 700 chilometri al giorno e la benzina ce la metteva lui - sostiene -. Per Bossi metto non una, ma due mani sul fuoco». Molti altri militanti, però, chiedono che il fondatore del partito si faccia da parte.
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