Spunta un altro mistero
Dietro il muro di Como

Decine di tonnellate di macerie portate via dal cantiere sul lungolago dopo l'apertura dell'inchiesta

COMO Il giorno dopo il blitz della Forestale sul cantiere delle paratie, travolte dallo scandalo del muro, il lungolago è diventato teatro di un intenso via-vai di camion impegnati a portar via rifiuti e macerie. Non meno di una quindicina di viaggi - ma è probabile siano stati più di trenta - verso la discarica in tre giorni di lavoro, prima di una nuova ispezione sul cantiere ordinata dalla Procura.
A raccontare questa intensa attività di trasporto sono i documenti che la polizia provinciale ha acquisito nella sede della Scavi Tre Vi di Faloppio, una delle aziende a cui Sacaim aveva affidato nel dicembre 2008 un subappalto da 200mila euro per scavi di sbancamento.
Documentazione finita nell'inchiesta paratie condotta dal pm Simone PizzottI, il quale per quello spostamento di terra ha anche messo sotto inchiesta un imprenditore edile di Lurago Marinone, accusato di attività di gestione rifiuti non autorizzata.
Il 7 ottobre 2009, a due settimane dall'apertura dell'inchiesta, la Procura invia gli agenti della polizia provinciale alla ditta Scavi Tre Vi di Faloppio, per acquisire la documentazione relativa al cantiere per le paratie. Gli agenti lasciano la sede della società portando via, tra l'altro, un plico di "formulari identificazione rifiuti" legati all'attività di trasporto macerie compiuta tra il 26 e il 29 settembre, ovvero il giorno successivo il primo blitz della Forestale sul lungolago.
Formulari per lo più incompleti, come sottolineano gli stessi inquirenti nella loro informativa al magistrato, e relativi lo spostamento di materiale da un generico cantiere di Como - che gli inquirenti ritengono essere quello delle paratie - fino a due distinte cave: una a Faloppio, l'altra a Drezzo.
Proprio a causa delle informazioni che sono dimenticate nella compilazione dei formulari, gli inquirenti hanno iniziato a porsi domande sulle amnesie e pure su quei viaggi compiuti tra Como e l'Olgiatese sia dai camion della stessa Scavi Tre Vi che dall'impresa edile Accursio Alessandro, il cui legale rappresentante è sotto inchiesta - nel fascicolo del muro - in quanto, secondo gli investigatori, non sarebbe stato in possesso dell'autorizzazione per il trasporto di "rifiuti non pericolosi".

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