Confindustria e Confapi
Nuova Associazione

Storica firma: nasce Unindustria, un'associazione con mille imprese e 50mila addetti. Francesco Verga: «Più capacità di lobby». Tiberio Tettamanti: «Venute meno le differenze del passato»

COMO Un'associazione di imprenditori che riunisce quasi mille aziende per un totale di 50 mila addetti: sono questi i numeri di Unindustria Como che nascerà dall'unione di Confapi e Confindustria per dare vita ad una nuova associazione in grado di rappresentare in modo ancora più efficace la realtà imprenditoriale di Como e provincia, con una grande attenzione alle piccole e medie imprese.
Ieri la storica firma dell'accordo tra il presidente di Confindustria Francesco Verga e il numero uno di Confapi Tiberio Tettamanti per dare l'avvio al percorso che porterà alla fusione per incorporazione delle due strutture.
«La fusione tra le due più importanti associazioni territoriali consentirà a piccole, medie e grandi imprese di ottenere una più forte rappresentatività e di realizzare migliori sinergie e integrazioni, dando agli associati servizi più moderni ed efficienti» spiega Tettamanti.
Le sfide che avrà di fronte la nuova associazione si chiamano produttività, globalizzazione, competitività, innovazione, sviluppo. Come tutte le unioni ciascuno porta in dote qualcosa: da una parte c'è Confindustria dove il peso del settore tessile è predominante (il 35% degli iscritti), dall'altra Confapi che ha nella rappresentanza del settore metalmeccanico il punto di forza (il 60% delle imprese). La convergenza sulle dimensione delle imprese: il 94% di aziende di Confindustria ha meno di 100 dipendenti, il 97% quelle di Confapi. «Sono venute meno quelle differenze che nel 1948 avevano portato un gruppo di soci di Confindustria a uscire e fondare un'associazione per tutelare gli interessi delle piccole imprese» chiosa Tettamanti.
La proposta nelle scorse settimane è passata al vaglio degli organismi delle rispettive associazioni ottenendo, assicurano i vertici, il via libera di tutti. «Se anche qualche iniziale resistenza più che altro culturale c'è stata, si è poi risolta con il dialogo e l'illustrazione dei vantaggi che l'operazione comporta».


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Eco di Bergamo La lettera di Verga