Como, via Spartaco
e il campetto fai da te

Alla fine hanno dovuto fare da soli. Dopo anni di attesa e una serie interminabile di richieste andate a vuoto, il campetto di calcio di via Spartaco è tornato a esistere. Ed il merito è solo degli inquilini delle case popolari di Rebbio: hanno fatto la colletta e, tutti insieme, hanno rimesso a nuovo lo spazio fino ad ora occupato dalle erbacce e arbusti.

COMO Alla fine hanno dovuto fare da soli.
Dopo anni di attesa e una serie interminabile di richieste andate a vuoto, il campetto di calcio di via Spartaco è tornato a esistere. Ed il merito è solo degli inquilini delle case popolari di Rebbio: hanno fatto la colletta e, tutti insieme, hanno rimesso a nuovo lo spazio fino ad ora occupato dalle erbacce e arbusti.
«L'idea - racconta la signora Cinzia Succurro - è venuta a Moira Bigoni e a suo marito. È grazie a loro se siamo riusciti a fare questa cosa. Si sono convinti che potevamo farcela anche da soli, che era inutile aspettare l'intervento del comune; e così hanno lanciato il passaparola».  L'intero quartiere si è mobilitato, «ognuno con i mezzi e i modi che ha potuto: c'è chi ci ha messo i soldi, chi il proprio tempo, chi la fatica fisica». «Abbiamo lavorato la sera e nei fine settimana» incalza Giovanni Rondinelli, che qui ormai è chiamato «l'uomo delle reti», perché ha provveduto a sistemare la recinzione esterna del campo.
Tutti uniti per un unico scopo, quello di ridare dignità a una zona abbandonata creando un posto nuovo per far giocare i bambini.
«Perché il vero problema sono loro, non sapevamo dove mandarli a giocare», continua  la signora Cinzia. «L'unica alternativa è l'oratorio, ma è lontano e poi non è sempre libero. Per esempio, adesso che c'era il grest non potevano andare». E così i ragazzini giocavano per la strada, cadevano e scivolavano sull'asfalto, «e può immaginare come tornavano a casa, tutti graffiati e pieni di segni.  Adesso c'è solo la terra e al massimo arrivano a sera sporchi di sabbia» sottolinea la madre di Mara Bigoni, mamma di Moira.

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Eco di Bergamo Il campo fai da te