Como mattone record
Il sindaco dice basta

La provincia di Como è tra le dieci province più cementificate d'Italia. Si colloca, per l'esattezza, all'ottavo posto, subito dopo Roma. Con una percentuale media di superfici edificate pari al 19% del territorio, appena dopo la capitale in cui le aree edificate coprono il 20% del territorio.

COMO La provincia di Como è tra le dieci province più cementificate d'Italia. Si colloca, per l'esattezza, all'ottavo posto, subito dopo Roma. Con una percentuale media di superfici edificate pari al 19% del territorio, appena dopo la capitale in cui le aree edificate coprono il 20% del territorio. Al primo posto figurano Monza e Brianza (54%), al secondo Napoli (43%) e al terzo Milano (37%). Seguono quindi Varese (29%), Trieste (28%), Padova (23%), la capitale (20%) e, come detto, Como.
«Negli ultimi anni - dcihiara il sindaco Mario Lucini - si è costruito più del necessario e si è consumato nuovo suolo. Ora serve un'inversione di tendenza, puntando sulla riqualificazione». Un concetto, quest'ultimo, che trova l'adesione del neopresidente dei costruttori comaschi, Luca Guffanti: «Da tempo sottolineiamo l'importanza della riqualificazione, anche energetica, degli edifici esistenti».
Il dato che colloca Como nella top ten nazionale è stato presentato al convegno "Costruire il futuro, difendere l'agricoltura dalla cementificazione". Nell'occasione, il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, ha illustrato il disegno di legge in cui si propone di abolire l'uso degli oneri di urbanizzazione per la spesa corrente dei Comuni.
Il parere dell'Ance
Un quadro che i costruttori comaschi prendono seriamente in considerazione, pur sottolineando la necessità di non cadere nella propaganda.
«Il nostro lavoro e i progetti dell'associazione sono strettamente legati al territorio, dal momento che non abbiamo la possibilità di esportare - esordisce Luca Guffanti, presidente Ance - così, da tempo, sottolineiamo l'importanza della riqualificazione dell'esistente. Però, è necessario considerare che ci sono aree verdi su cui le imprese hanno già pagato i diritti edificatori».
«Troppo spesso - rimarca - la sbandierata "salvaguardia del suolo" ha finito solo col portare alla perdita di ulteriori posti di lavoro, inoltre, eliminando gli oneri di urbanizzazione i Comuni finirebbero col non poter più prevedere alcun servizio per i cittadini. Né vedo possibilità di compensazione».
Inoltre, «servirebbero normative all'avanguardia per ristrutturare, ad esempio, il centro storico di Como - commenta Valter Ferrario, direttore Ance - e si dovrebbero incentivare operazioni di social housing. E, piuttosto che abolire gli oneri, sarebbe meglio cambiare loro nome e ridurre i dipendenti pubblici che usufruiscono di quei fondi».

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Eco di Bergamo La cementificazione