Il vescovo nel Pontificale:
"La redditività è il veleno"

Secondo monsignor Coletti proprio l'assenza di gratuità e il fatto di cercare il profitto a tutti i costi è alla base dei problemi che attanagliano la società

COMO «C'è uno spettro che si aggira per l'Europa, e anche oltre...E lo spettro non è la crisi economica o la debolezza crescente delle democrazie, la nascita di antichi conflitti, tutti spettri preoccupanti che tuttavia non rappresentano quello più pericoloso che è alla base di tutti gli altri». Ieri il vescovo Diego Coletti, in occasione del pontificale di Sant'Abbondio, è tornato ad inquadrare l'inquietante prospettiva di un mondo sempre più desertificato di umanità e di amore, e riprendendo il filone portante del discorso alla città proposto il giorno prima nella basilica dedicata al santo patrono, è tornato ad indicare l'unico antidoto per una disintossicazione dal veleno che causa tanto degrado nell'esistenza personale e nella vita sociale.
«La redditività, il guadagno come criterio unico che presiede ad ogni scelta, questo veleno che circola nel sangue della nostra cultura - ha ribadito - può essere vinto soltanto da una logica diversa, rivoluzionaria, imperniata sull'amore gratuito. Le autorità civili e militari ai primi banchi, a cominciare dal prefetto Michele Tortora e dal sindaco Mario Lucini, insieme a vari rappresentanti di realtà associative e a una folla di fedeli, si sono sintonizzati con quella preoccupazione diffusa e facilmente percepibile, evidente nella dissoluzione delle relazioni, nella crisi della famiglia, nel fallimento educativo che si ripercuote sulla convivenza sociale minata nei suoi fondamenti.
Un richiamo che il vescovo ha ieri riproposto con accenti diversi, ispirati da una immedesimazione nell'impegno di Sant'Abbondio, disposto ad affrontare un viaggio fino a Costantinopoli, per il riconoscimento della verità su Gesù Cristo vero uomo e vero Dio. «Chi glie lo ha fatto fare?»: una domanda provocatoria e realistica, riferita con l'immaginazione al quarto vescovo di Como, ha esteso la portata della sfida ancora attuale in un tempo analogamente travagliato da conflitti e sete di potere. E ha suggerito il contenuto di una preghiera per un mondo che colmi il deficit d'amore attraverso un'umanità coraggiosa, capace di fraternità.
Con un pensiero di profonda comunione, la stessa celebrazione era iniziata: «Desidero condividere con voi una notizia che mi ha profondamente addolorato - aveva esordito il vescovo annunciando la morte del cardinale Carlo Maria Martini- Non posso non ricordare questa figura che ha accompagnato la mia vita... e confidare anche nella vostra preghiera». 


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