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Sabato 08 Settembre 2012
Farmaci, addio nomi
Cambiano le ricette
Addio ai nomi dei farmaci sulla "ricetta rossa", quella utilizzata per prescrivere i medicinali erogati dal Servizio sanitario nazionale. Il medico ora è tenuto a indicare solo il principio attivo, come stabilito dal recente decreto sulla spending review (le norme sono entrare in vigore il 15 agosto).
Il decreto parla chiaro: «Il medico che curi il paziente, per la prima volta, per una patologia cronica, ovvero per un nuovo episodio di patologia non cronica, per il cui trattamento sono disponibili più medicinali equivalenti, è tenuto ad indicare nella ricetta del Servizio sanitario nazionale la sola denominazione del principio attivo contenuto nel farmaco. Il medico ha facoltà di indicare altresì la denominazione di uno specifico medicinale a base dello stesso principio attivo; tale indicazione è vincolante per il farmacista ove in essa sia inserita, corredata obbligatoriamente di una sintetica motivazione, la clausola di non sostituibilità». <+togli_rientro>
<+tondo>Si salvano, insomma, i pazienti cronici che stanno già seguendo una determinata terapia: in questo caso il dottore può continuare a prescrivere il medicinale "di marca" che l'assistito assume da tempo (cambiando medicinale potrebbero esserci degli inconvenienti). Negli altri casi, invece, il professionista deve seguire le nuove regole.
Se il paziente arriva in farmacia con una ricetta che riporta soltanto il principio attivo, riceverà quindi dal farmacista un "generico". Ma ha ancora la possibilità - prevista dal decreto Salva Italia del gennaio scorso - di chiedere al farmacista un medicinale diverso; dovrà però pagare la differenza di prezzo rispetto al farmaco generico. Allo stesso modo, se il medico scrive sulla ricetta il nome di un farmaco di marca e riporta l'indicazione "non sostituibile", è a carico del cittadino la differenza di prezzo tra questo prodotto e quello rimborsato dal Servizio sanitario nazionale.
La categoria dei medici di famiglia è in subbuglio e contesta in particolare l'obbligo di dover "giustificare per iscritto" ogni scelta.
«Siamo rimasti tutti spiazzati - dice il presidente dell'Ordine dei medici Gianluigi Spata - perché da un lato si aggiunge altra burocrazia e dall'altro viene messa in discussione l'autonomia prescrittiva del professionista. Il medico prende le decisioni in scienza e coscienza, come tutti sanno, quindi non accettiamo che ci venga chiesto di spiegare per iscritto perché indichiamo un farmaco piuttosto che un altro.
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