Homepage / Como città
Sabato 08 Settembre 2012
Il gioielliere dopo la rapina
«Sto male, ma resto in negozio»
Ha un piede rotto e una ferita alla mano dopo il morso ricevuto dal rapinatore in fuga: sono i postumi della collutazione di 24 ore prima durante l'assalto, ma ieri l'orefice Maurizio Malinverno era comunque nel suo negozio.
«Anche se faccio fatica a stare in piedi, sono venuto al lavoro perché i banditi hanno portato via le chiavi della gioielleria - racconta lo stesso titolare, ancora sotto choc per quanto accaduto - Ho fatto venire l'artigiano, che ha cambiato tutte le serrature: volevo evitare il rischio che quei due tornassero per mettere a segno un furto. Mi hanno dimesso dall'ospedale e sono venuto qui anche se ho dolori. Ora però lasciatemi in pace, devo incontrare il mio assicuratore per fare l'inventario di quanto mi è stato portato via, non sono ancora riuscito a quantificarlo».
Cinque minuti di follia
L'oreficeria Malinverno, in via Varesina 57, dalla tarda mattinata di ieri è rimasta chiusa ma si sono delineati i contorni di quanto accaduto in quei 4-5 minuti di giovedì mattina durante i quali la rapina è degenerata in una violenta aggressione.
I banditi erano entrambi con il volto scoperto e parlavano italiano con un marcato accento napoletano: uno si è finto cliente: «È entrato in negozio e ha chiesto a mio fratello di vedere alcuni oggetti - prosegue poi il racconto Marco Malinverno, fratello della vittima e titolare dell'ottico che si trova proprio di fianco all'oreficeria - A un certo punto il finto cliente ha mostrato quali fossero le sue reali intenzioni, ha colpito mio fratello e ha iniziato ad arraffare gli oggetti esposti: ha poi premuto il pulsante e fatto entrare il complice. È scoppiata una collutazione a quattro che ha coinvolto anche un rappresentante che si trovava nel negozio: mio fratello ha quindi capito che era meglio fermarsi e ha chiesto cosa volessero».
Leggi l'approfondimento su La Provincia in edicola domenica 8 settembre
© RIPRODUZIONE RISERVATA