Homepage / Como città
Mercoledì 12 Settembre 2012
Villa Feloj, tutto da rifare
Il Tar dà torto al Comune
Villa Feloy, il sindaco e la giunta comunale devono riportare il calendario indietro di un anno e riesaminare il piano attuativo presentato dalla proprietà come se fosse ancora il 30 settembre 2011
Lo ha stabilito il Tar, tribunale amministrativo regionale, in una sentenza che boccia l'operato del Comune, dopo averne messo in evidenza le contraddizioni e i giudici non solo impongono di riesaminare la proposta immobiliare "ora per allora" . Ma ordinano di « tener conto dei pareri favorevoli » all'intervento, anche perché quando hanno respinto la proposta, « sindaco e giunta hanno effettuato valutazioni in contrasto con quelle formalizzate con il piano regolatore ».
Già nel marzo scorso, il Tar aveva sospeso la delibera di giunta che dava parere negativo all'intervento e chiedeva di riesaminarla. L'amministrazione Bruni, nel frattempo, ha finito il mandato ed ora tocca al sindaco Mario Lucini e alla sua giunta sbrogliare la matassa: ha pure rischiato di pagare i danni alla proprietà, assistita dall'avvocato Elia di Matteo, che aveva chiesto un congruo risarcimento per i tentennamenti, l'inerzia e gli stop imposti dagli amministratori.
La matassa è complicata: il piano attuativo di Villa Feloy, abbattimento e ricostruzioni, era stato presentato nel 2007, ma entro il termine ultimo del settembre 2011, non era stato approvato, l'unico non approvato su otto, poiché sindaco ed assessori avevano deciso di inviarlo al consiglio comunale. Da settembre a marzo, il consiglio si è riunito per venti sedute, ma l'argomento Villa Feloy non è mai stato iscritto all'ordine del giorno. A frenare l'approvazione, due elementi: il parere negativo della commissione comunale al paesaggio, ma il Tar sottolinea che la villa non è sottoposta ad alcun vincolo. Il Ministero dei Beni culturali attesta, infatti, che « presenta caratteri piuttosto diffusi nel contesto di appartenenza, di fatto insufficienti ad affermarne l'interesse culturale ».
Il secondo elemento: la tesi dell'ufficio comunale all'urbanistica che prospetta «disarmonia tra la relazione di accompagnamento al piano regolatore generale e le norme tecniche d'attuazione del medesimo, con riguardo alla disciplina delle zone storiche». Ma "disarmonia" è una valutazione, insiste il Tar, non una motivazione oggettiva: gli amministratori non devono valutare, devono solo verificare la conformità del progetto alle previsioni di piano regolatore che ha previsto l'edificabilità in via Petrarca.Intanto, Villa Feloy è diventata rifugio per senzatetto, con conseguenze anche sulla sicurezza degli stessi occupanti abusivi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA