L'alimentari che cura
gli anziani di Muggiò

Oltre a consegnare la spesa, i titolari di Bonomi aiutano a girare i materassi, portano fuori la spazzatura, mettono le gocce negli occhi ai loro clienti anziani

Muggiò  C'è un quartiere dove all'alimentarti oltre a fare la spesa come una volta si possono trovare anche una nuova sarta, baby sitter o un amico a quattro zampe. Perché da cinquant'anni oltre la soglia dell'alimentari Bonomi è come essere in una famiglia dove si tengono in conto le esigenze di tutti. Meglio dei social network per chi è appena arrivato e cerca nuovi contatti ma anche per tutto il quartiere per il quale è da sempre un punto di riferimento. Di sicuro è molto più di un negozio di generi di prima necessità. «Per gli anziani soli facciamo anche consegne a casa ma non ci si limita alla spesa, capita di mettere le gocce negli occhi, buttare la spazzatura, cambiare lampadine o girare materassi ma anche fare commissioni in farmacia, dal fruttivendolo e comprare il giornale: scrivo una lista con le esigenze e faccio lo stesso con chi arriva in negozio e sta cercando un aiuto per le pulizie, per i compiti o magari si offre come baby sitter o per fare le iniezioni così poi posso mettere le persone in contatto» racconta Maria Cristina Albanesi, 60 anni, che gestisce il negozio da quattordici anni. La tradizione è stata avviata dagli zii Renzo Bonomi e Laura Conforto Sertorelli nel 1965 quando il quartiere era ancora un grande prato. «Quando gli zii di mio marito hanno rilevato questa attività che esisteva già c'erano solo tre gruppetti di case - spiega la negoziante - da una parte in questo stesso locale c'era l'alimentari e dall'altra il bar frequentato sia da giovani sia da anziani e visto che lo zio è stato per anni presidente della Folgor si organizzavano anche diversi tornei di calcio in piazza D'Armi». Poi il negozio negli anni è diventato solo un alimentari ma resta un punto di ritrovo anche tra le generazioni. «Bambini e anziani si incontrano, tanti giovani al pomeriggio si siedono sulle sedie fuori dal negozio per un panino o restano a chiacchierare sulle scale» dice Roberto Pullella, 37 anni che da tredici lavora all'alimentari. E con i clienti c'è un rapporto di fiducia. «Siamo dei confidenti, ascoltiamo i racconti di tutti ma senza mai riportarli ad altri - continua Albanesi - capita di chiamare a casa se non vediamo arrivare un cliente alla solita ora, conosciamo talmente bene i gusti che anche se qualcuno dimentica la lista sappiamo cosa ha bisogno, c'è chi ci porta il tiramisù o le polpettine e un cliente affezionato ogni mattina arriva con il caffè». Tra gli oggetti più cari, oltre bancone e affettatrice in negozio da cinquant'anni, la bacheca con le cartoline da tutto il mondo e i disegni dei bambini.

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