Tutti in piazza Verdi
per la foto del Sociale

Servono centinaia di volontari. Devono mettersi in posa per formare un enorme 200. Sono gli anni del Teatro Sociale di Como: oggi pomeriggio alle 17  in piazza Verdi tutti i comaschi sono invitati a partecipare a "200 con te!", la grande foto di gruppo che diventerà l'immagine dei festeggiamenti che si svolgeranno l'anno prossimo per protrarsi nella stagione 2013/14.

COMO Un primo passo per entrare nel bicentenario del Teatro Sociale di Como: oggi pomeriggio alle 17  in piazza Verdi tutti i comaschi sono invitati a partecipare a "200 con te!", la grande foto di gruppo che diventerà l'immagine dei festeggiamenti che si svolgeranno l'anno prossimo per protrarsi nella stagione 2013/14.
«Speriamo che ci siano tante persone comuni, oltre ai Palchettisti e alle maestranze del teatro, al cast e ai musicisti di 'Lucia di Lammermoor' (il melodramma in programma stasera, ndr.), ai Palchettisti e a tutti gli amici che ci hanno già garantito la loro presenza» dice il presidente Barbara Minghetti che non anticipa i programmi del bicentenario («Ma lo farò prestissimo»), ma che considera questa occasione originale e simpatica come il primo passo in quella direzione.
Foto simbolo
«È una foto - simbolo che vuole significare il rapporto che il teatro vuole creare con i comaschi, perché questa non sarà una festa privata, ma per tutta la città», prosegue.
Progettato su volontà del podestà di Como a cavallo tra Sette e Ottocento, Alessandro Volta, costruito sui resti del  Castello della torre rotonda, inaugurato nel 1813, il Sociale vuole essere, di fatto e non solo di nome, la casa della cultura di tutta la società comasca. Minghetti: «La formula che abbiamo applicato in questi anni di gestione Aslico - l'Associazione lirica concertistica milanese che si occupa dell'ente dal 2001, ndr. - è semplice: nessuna barriera. Il teatro accoglie tutti, ogni età, penso ai numerosissimi progetti per i bambini e per i ragazzi, senza fare distinzioni, cercando di andare incontro alle esigenze del pubblico più vasto in termini di programmazione, ma anche di politica di prezzi. Non ci sono distinzioni di generi di spettacolo, insomma, abbiamo cercato di creare un teatro moderno».

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