«Non siamo evasori»
La rivolta dei commercianti

Un coccarda nera fuori da negozi come simbolo della rivolta alle pressione fiscale. Si parte dai negozi di Cantù, che la esporranno il 24 novembre, si punta a coinvolgere gli imprenditori di tutta Italia per arrivare alla fine al Governo Monti con una richesta: abbassare le tasse.
I primi a rispondere all'idea del presidente canturino Ruggero Spinelli sono i commercianti di Como.

COMO Un coccarda nera fuori da negozi come simbolo della rivolta alle pressione fiscale. Si parte dai negozi di Cantù, che la esporranno il 24 novembre, si punta a coinvolgere gli imprenditori di tutta Italia per arrivare alla fine al Governo Monti con una richesta: abbassare le tasse.
I primi a rispondere all'idea del presidente canturino Ruggero Spinelli sono i commercianti di Como.
«È vero che le tasse sono troppo alte e andrebbero abbassate, ma finché ci sono vanno pagate». Giansilvio Primavesi, presidente di Confcommercio, ha un compito difficile: dimostrare che i commercianti non sono evasori fiscali.
Il compito è arduo perché il sindaco di Cantù Claudio Bizzozzero ha appena difeso la categoria dalla pressione fiscale insopportabile alla quale è sottoposta dicendo: «Oggi un commerciante se non evade il fisco non può stare in piedi. Le tasse arrivano al 70 per cento. Se qualcuno fa un po' di nero, lo capisco, altrimenti non sta in piedi».
«Io c'ero quando l'ha detto - prende subito tempo Primavesi -, non ha detto proprio così. Ma comunque che le tasse siano altissime è vero, ringrazio il sindaco per la sua solidarietà. Ma non si possono non pagare e questa fama che i commercianti non paghino le tasse è ora di cancellarla».
Non è solo un problema dei commercianti. Gli imprenditori lo denunciano ogni giorno. E Spinelli vuole coinvolgerli tutti.

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