Como, i furti e il disegno di legge
«Domiciliari? Meglio del carcere»

Il parere di Giuseppe Sassi, presidente della Camera penale di Como: «È statisticamente provato che il carcere non produce benefici per quanto riguarda la reiterazione del reato. Funzionano però le pene alternative». In sostanza, chi esce dal carcere poi tende a tornare sulla cattiva strada

I domiciliari possono funzionare meglio del carcere. Perché chi esce dalla prigione tende a tornare sulla cattiva strada. Non si tratta di una sensazione, ma di dati in possesso del presidente della Camera Penale, avvocato Giuseppe Sassi.

E la questione viene sollevata dopo la polemica portata avanti dal parlamentare leghista Nicola Molteni, che ha spiegato come in questi giorni stia per arrivare in Parlamento un disegno di legge che introduce la trasformazione del carcere in domiciliari o in "messa in prova", cioè i lavori socialmente utili, per tutti quei reati che prevedono una pena massima inferiore ai quattro anni.

«Non entro nel merito di questo disegno di legge - afferma l'avvocato Sassi - Ma per quanto riguarda il ricorso all'uso del carcere, è statisticamente provato che non produca benefici per quanto riguarda la reiterazione dei reati».

In sostanza, è probabile che chi esce dalla prigione, poi ritorni a commettere reati. E questo vale per chi ruba. «Le misure alternative hanno invece un effetto positivo, con una recidivanza molto inferiore a chi viene punito con il carcere».

In parole povere, i domiciliari sono meglio del carcere, almeno per quanto riguarda i reati minori.

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