Como, defibrillatori sui campi
Dubbi su costi e formazione

Il decreto sanità del ministro Renato Balduzzi solleva il caso: ogni società sportiva professionistica o dilettantistica dovrà avere un defibrillatore. Ma i presidenti dei gruppi sportivi hanno forti perplessità sui costi e sulla formazione delle persone

Un defibrillatore per ogni società sportiva professionistica e dilettantistica, un tema di grandissima attualità. Il Parlamento ha approvato il decreto del ministro Balduzzi e ora la palla passa alle società, al momento impreparate e desiderose - in attesa delle linee guida operative - di vederci chiaro. Anche perché le società sportive sollevano alcuni dubbi legati ai costi e alla formazione dei volontari.

Giorgio Soave, presidente della Polisportiva Sant'Agata, società di pallavolo senior e di calcio giovanile, ha un dubbio: «I punti cruciali sono due. Il costo non indifferente delle apparecchiature e la professionalità. Altra domanda: a quale squadra devo dare il defibrillatore, se una gioca a pallavolo e l'altra a calcio? Ne servono almeno due e almeno due persone in grado di utilizzarlo. Se questi costi poi dovessero ricadere solo sulle società, rischiamo di chiudere».

Defibrillatori per tutti, ma c'è ancora molto fare. E da spendere, evidentemente. Il macchinario in grado di salvare la vita in caso di arresto cardiaco è poco diffuso, anche per il suo costo elevato. Su internet se ne trovano anche a 6-700 euro, ma la provenienza è incerta. Comocuore propone un pacchetto da duemila euro, compresa la formazione degli addetti.

Il problema, quindi, per le società sportive è quello dei costi, della formazione dei volontari ma anche quello di trovare persone disponibili - e che si prendano la responsabilità - a utilizzare in caso di emergenza il defibrillatore.

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